Polo Covid e reparto di Microbiologia, sul punto il sindaco Flavio Stasi interviene e parte dagli investimenti destinati allo spoke di Corigliano Rossano sin da quando si è insediato: più di un milione di euro.

«Tra le altre cose: letti per la terapia sub-intensiva, respiratori, tac già in funzione, laboratorio di microbiologia». Uno dei problemi annosi che tocca entrambi gli stabilimenti ospedalieri “Nicola Giannettasio” (Rossano) e “Guido Compagna” (Corigliano) è la carenza del personale medico e infermieristico.  

Personale insufficiente

Anche su questo versante il primo cittadino garantisce: «Per ciò che riguarda il personale, negli ultimi mesi, sono stati integrati medici di pronto soccorso, infermieri, personale tecnico e medico per il laboratorio, è stato concluso il concorso per ginecologi (che ora attendono di essere contrattualizzati) ed è stato dato supporto notturno alla pediatria. Certamente sono numeri non sufficienti per far fronte alla carenza di personale spaventosa che soffre la sanità calabrese ed il nostro spoke, soprattutto in emergenza pandemica».

 

Secondo l’amministratore inoltre, «è necessario attivare i posti letto previsti dall’atto aziendale; è urgentissimo attivare lavori nel pronto soccorso del plesso di Corigliano per rendere dignitosa e sicura l’accoglienza dei pazienti; individuare i passi da compiere per attivare in piene funzioni le unità di neurologia e Utic e mille altre cose. I problemi della nostra sanità, insomma, sono enormi, ma resta un fatto: laddove prima si smantellava, ora si costruisce e si installano attrezzature».

Polo Covid e criticità

Sul polo Covid, Stasi riferisce che lo stesso «è stato integrato nella riorganizzazione della rete ospedaliera per l’emergenza covid, che prevede l’aggiunta di 18 posti di terapia intensiva e 26 posti di terapia sub-intensiva nell’Asp Cosenza, di cui 6 di intensiva e 10 di sub-intensiva nello Spoke Corigliano-Rossano. Il problema che deve farci indignare tutti è che si tratta di una riorganizzazione che avrebbe dovuto essere già realizzata per poter fronteggiare una seconda ondata di contagi ed invece l’attuazione di questi interventi è stata centralizzata dalla Protezione Civile nazionale, con tempi che ritengo assolutamente inadeguati. A tale riguardo, a seguito di accordi tra il Governo e le Regioni, esiste anche un soggetto attuatore per gli interventi dell’emergenza covid che è in capo, appunto, alla Regione e che, tanto nella programmazione sanitaria quanto negli investimenti, l’ente regionale ha un ruolo chiaramente preminente rispetto a qualsiasi comune».

Nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra il commissario dell’Asp Cinzia Bettelini e la Conferenza dei sindaci, presieduta da Flavio Stasi, in cui sono stati chiesti al manager aziendale «interventi urgenti di messa in sicurezza delle strutture sanitarie ed assodando – per esempio - che la delibera 646 del 3 agosto 2020 sulla riorganizzazione dei laboratori pubblici al momento non è attuativa e stiamo lavorando affinché resti tale.

 

«La scelta di limitare ulteriormente la presenza di servizi pubblici lungo i territori non solo è totalmente inopportuna anche in relazione alla fase che stiamo vivendo, ma non è stata nemmeno correttamente discussa con le rappresentanze del territorio, una prassi che riteniamo debba essere messa nel dimenticatoio».