In questi ultimi giorni si è riaperto con forza il dibattito sulla fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. Già lo scorso aprile il presidente della regione Calabria Mario Oliverio, dopo aver ascoltato i sindaci Giuseppe Gerace e Franco Mascaro, aveva stabilito i termini per lo svolgimento della consultazione e convocato gli elettori al voto per il prossimo 22 ottobre 2017.  Una data che si avvicina ma non senza perplessità. 

Orlandino Greco esprime le proprie incertezze sulla fusione dei comuni

Orlandino Greco, consigliere regionale e presidente del gruppo consiliare “Oliverio Presidente”, ritiene si tratti di un processo rivoluzionario e importante che merita un’adeguata attenzione, soprattutto alla luce delle tante criticità presenti nell’attuale normativa regionale, come afferma egli stesso in una nota. Riuscire ad indicare cosa accadrà in seguito alla possibile fusione dei due comuni non è cosa semplice e si necessitano studi di bilancio, precise regole di funzionamento democratico del nuovo comune, un organico più ampio e funzionale alle nuove esigenze burocratiche, oltre che un progetto industriale di superamento della programmazione urbanistica dei singoli comuni con una nuova logica di pianificazione urbanistica. 

Assenza di una legge regionale mirata 

I dubbi più rilevanti dello stesso Greco riguardano l’assenza di una legge- provvedimento regionale, con una normativa specifica lacunosa e incerta, che rivede i suoi effetti nella fusione dei Casali del Manco. Determinante è la necessità di lavorare in sinergia tra comuni e regione per proporre ed attuare le migliori soluzioni legislative, infatti “La proposta di legge sul tema delle fusioni presentata insieme al collega Sergio, visti anche i pareri positivi espressi da illustri studiosi della materia, potrebbe essere la soluzione definitiva introducendo anche un nuovo modello normativo che possa essere da esempio per le altre regioni. La fusione dei comuni di Corigliano e Rossano rappresenta per il suo valore strategico una vera e propria sfida politica, economica e istituzionale per la Calabria, i cui effetti non possono essere in alcun modo sottovalutati. In tal senso non si capisce, a meno di non voler pensare che ci siano interessi diversi da quelli di garantire la formazione di un ente solido e stabile, la fretta con la quale si spinge verso una fusione così importante in un contesto normativo così incerto.”

 

La necessità è che si modifichi al più presto una legge regionale fallimentare, in modo da arrivare con serenità e consapevolezza alla costruzione di una unica città in grado di garantire stabilità sociale ed economica.