Sono tanti gli esponenti del Psi che si candidano a guidare le proprie città: Principe a Rende, Aieta a Cetraro, Perrotta a Paola, Gaudiano a Cassano. Se dovessero vincere, con Caruso che guida Cosenza, si troverebbero a governare un bel pezzo di Calabria
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Il socialismo è morto, viva il socialismo! In questa tornata amministrativa c’è un grande ritorno, proprio quello del socialismo da almeno trent’anni vittima di un vero e proprio paradosso politico: l’Italia è il paese in cui da più di trent’anni tutti vogliono essere socialisti europei, dal Pd persino al M5s, ma nessuno vuol essere socialista italiano. E non importa che il vecchio Psi, insieme alla vecchia Dc, in tempi storici diversi, siano stati gli unici due partiti ad avere realizzato serie riforme in Italia. Oggi sembra essere venuta meno l’abiura verso il garofano rosso.
Almeno questa sembra essere la tendenza in quella che fu definita la provincia più socialista d’Italia ovvero la Cosenza dei Mancini, dei Cecchino Principe, dei Salvatore Frasca ecc. L’altra sera alla convention organizzata da Sandro Principe in un hotel di Rende per annunciare la sua candidatura alla guida della città, in tanti sfoggiavano con orgoglio il garofano rosso all’occhiello. E mentre il vecchio leader dal palco sviluppava un discorso tutto incentrato sui principi cardine del socialismo europeo, quello di contenuti non quello di sigle che alberga a Bruxelles, in sala si vedevano vecchi volti del partito che annuivano compiaciuti. Ma Principe non è esempio isolato.
Stesso discorso si può fare a Paola, dove è pronto a scendere in campo Roberto Perrotta. Socialista doc, salvo breve parentesi nella corrente dei Ds dei Cristiano Sociali. Perrotta si è fatto notare come vice sindaco della Antonella Bruno Granieri nel 1999 e poi ha indossato per ben tre volte la fascia tricolore della città del Santo. Fu assessore provinciale, sotto la presidenza di Tonino Acri, alle opere pubbliche e alla viabilità, grande palestra amministrativa. Anche lui di stretta obbedienza socialista, da giovanissimo ha aderito alla giovanile del partito sotto la guida di maestri come Lo Giudice e Sciammarella. Anche lui poi folgorato dalla figura di Craxi. Per molti è il sindaco per antonomasia per Paola. Iconici i suoi comizi dalla piazza del Popolo. Non ha mai rinnegato la sua matrice politica e negli anni in cui ha guidato la città si è distinto per un discreto attivismo nelle realizzazioni. Ma lui dice che più che le opere pubbliche portate a compimento il suo vero orgoglio è stato quello di aver fatto recuperare alla città l’estrema simbiosi con il Santo protettore di tutti i calabresi, al punto che oggi mette al centro del suo programma anche la realizzazione del museo multimediale su San Francesco che aveva avviato da sindaco e poi è stato tralasciato. Ma l’elenco non finisce qui.
Un altro socialista di vecchio conio è Giuseppe Aieta che deluso dal Pd ha recentemente trovato riparo in Azione, senza mai rinnegare anche lui la sua lunga tradizione politica. Craxiano senza se e senza ma è stato consigliere regionale candidandosi nel Pd, d’accordo con i socialisti di Cetraro. Nella successiva legislatura è stato invece capogruppo regionale dei Democratici e Progressisti. Anche lui è passato dalla palestra della Provincia di Cosenza dove ha ricoperto anche il ruolo di assessore. Sindaco di Cetraro dal 2005 al 2015, si è fatto notare per la gran mole di lavori pubblici effettuati: dal recupero del bellissimo centro storico al rifacimento dell’area del porto. Ora è pronto a ricandidarsi per la guida del suo Comune.
Gianni Papasso non ha certo bisogno di presentazioni. Terminato il suo mandato di sindaco a Cassano all’Ionio ha indicato come suo successore, d’accordo con i socialisti del territorio, la dottoressa Carmen Gaudiano. Infine c’è ovviamente Franz Caruso, segretario provinciale del Psi, sindaco di Cosenza città capoluogo.
Perrotta ci dice che non c’è un ritorno del socialismo ma «l’acquisita consapevolezza che del socialismo non si può proprio fare a meno perché Claudio Martelli, rilanciando la vecchia idea di Marx nella sua analisi sul merito e bisogno, ha fatto la fotografia perfetta di quello che deve fare la politica oggi».
Insomma in primavera si vedrà se i cittadini sceglieranno l’usato garantito di questi amministratori di lunga esperienza, tutti provenienti dal glorioso garofano rosso, oppure no. Se così dovesse essere gli equilibri politici nel centrosinistra potrebbero cambiare molto. I socialisti si troverebbero a governare un bel pezzo del territorio cosentino e sicuramente ad indicare la presidenza della Provincia di Cosenza, la più grande della Calabria. In questo quadro chi ha detto che il candidato alle prossime regionali dovrebbero esprimerlo il Pd o il M5s?