In occasione del 26esimo anniversario della morte del sovrintendente Salvatore Aversa e di sua moglie Lucia Precenzano, barbaramente uccisi dalla ndrangheta il 4 gennaio del 1992 a Lamezia Terme, Azione identitaria ha chiesto alla terna prefettizia commissariale di intitolare la sala del Consiglio comunale di via Perugini a questi due martiri della mafia. «Aversa – si legge in nota - è stato un nemico giurato delle cosche lametine e, grazie alle sue attività di indagine, diede un contributo notevole nel far sciogliere, per condizionamenti mafiosi, quel Consiglio comunale del 1991 di centro-sinistra a guida Dc-Psi, dove la ndrangheta si era infiltrata all’interno delle istituzioni con uomini di fiducia delle cosche».

 

In quel contesto «vi fu una forte levata di scudi da parte della politica, con tanto di interviste rilasciate da parte di parlamentari locali a giornali come L’Unità, dove si affermava che a Lamezia Terme vi era solo una delinquenza fisiologica e che la ndrangheta non aveva interessi particolari nel controllo dell’amministrazione comunale, dimenticando che già in città qualche anno prima vi era stato anche un grave delitto politico quando fu assassinato il capolista dell’allora Psdi Antonio Mercuri». La proposta, come specificato da Aic, nasce «dall’esigenza di voler ripartire da zero in questa stupenda e martoriata città, e quale dimostrazione più bella farlo ricordando un martire della lotta alla mafia quale il sovrintendente Aversa e la sua povera consorte?».

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Attualmente la sala viene chiamata “Napolitano”, in ricordo del politico ancora in vita: «Con i propri nomi scritti nel luogo istituzionale la ndrangheta non dovrà più entrare ed anzi dovrà essere sempre avversata e combattuta da quella parte sana ed onesta della città che vorrà rilanciare lo sviluppo ed il nome di Lamezia Terme nei prossimi anni».