A poche settimane dalle elezioni la giunta del governatore ricandidato usa i soldi destinati ai Centri per l’impiego per rinnovare di due anni il rapporto con ex stagisti e altri lavoratori in cerca di stabilizzazione. La firma finale arriverà nei prossimi giorni
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Altro che Black Friday: in Regione è tempo di regali natalizi anticipati, a poche settimane dalle elezioni regionali. Quasi 500 persone hanno aperto un pacco dono costato 11 milioni di euro e dentro ci hanno trovato un contratto lavorativo di due anni, ottenuto senza passare dai concorsi e tramite criteri abbastanza discutibili.
La procedura è già stata ultimata, manca solo la firma ai contratti, che – secondo quanto trapela da ambienti della Regione – dovrebbe avvenire prima dell'8 dicembre.
Facile immaginare la riconoscenza collettiva nei confronti di Mario Oliverio, una sorta di Babbo Natale della Sila senza né barba né capelli. Molto probabilmente il governatore si ricandiderà alle Regionali del 26 gennaio, ma nessuno sa dire se esista o meno un legame tra le nuove "collaborazioni" e i piani a breve termine di chi oggi occupa il decimo piano della Cittadella.
Non resta che affidarsi ai fatti e raccontare quanto avvenuto a Calabria Lavoro, l'ente pubblico economico che assiste la Regione nelle politiche sull'occupazione e i cui vertici sono stati nominati da Oliverio in persona.
Il Piano
Lo scorso 20 novembre, il direttore generale Giovanni Forciniti firma un decreto di nove pagine e recepisce le disposizioni della giunta regionale e del dipartimento Lavoro che affidano a Calabria lavoro il “Piano straordinario di potenziamento dei centri per l'impiego”. Costo del progetto: 11,8 milioni di euro.
Ora bisogna fare un passo indietro di qualche mese. Dopo l'intesa raggiunta il 17 aprile dalla Conferenza Stato-Regioni, il ministero del Lavoro adotta il piano per i Cpi che costituisce l'atto triennale di programmazione, da aggiornare ogni anno, per l'attuazione del Reddito di cittadinanza.
Fin qui siamo alle linee guida generali. La Calabria entra in gioco nel momento in cui il ministero, per la realizzazione del “Piano”, prevede un trasferimento alla Regione vicino ai 90 milioni di euro, utilizzabili per il potenziamento infrastrutturale dei Cpi secondo questa ripartizione: 37,7 milioni per il 2019, 35,2 per il 2020 e 16,9 per il 2021. E si arriva alla moneta sonante, quando la Cittadella percepisce una prima tranche di 11,8 milioni.
Calabria Lavoro
Per dare attuazione al Piano, la Regione si affida, appunto, a Cl, che svolge – come ricorda Forciniti – «precipue» funzioni in tema di politiche per il lavoro «sotto la vigilanza e il controllo strategico della giunta regionale».
Il 25 ottobre la giunta approva l'atto di indirizzo per l'avvio del Piano e stabilisce che il dipartimento e Cl provvedano a predisporre uno schema di convenzione da sottoscrivere in seguito all'approvazione del progetto esecutivo. Il lavoro procede in modo davvero spedito, tant'è che il 14 novembre il dg del dipartimento, Roberto Cosentino, approva il progetto esecutivo e la convenzione e affida a Cl l'attuazione del Piano.
Il personale che serve
Nel progetto esecutivo, Cosentino stabilisce gli «obiettivi specifici» che la Regione intende «perseguire in concreto», tra cui: 1. l'«inserimento di figure professionali contrattualizzate e messe a disposizione da Azienda Calabria Lavoro»; 2. «l'impiego del personale già in servizio presso Azienda Calabria Lavoro a tempo indeterminato e parziale tramite incremento delle ore lavorative».
Vengono elencati altre mission, per poi arrivare alla stima finale: il «contingente di personale» da inserire al punto 1 «sarà pari a massimo 140 unità»; mentre per il punto 2 le unità previste sono «287». Cifre a caso? Non proprio. Perché corrispondono al numero dei precari denominati “ex stagisti” ed “ex borsisti” già in forze a Calabria lavoro (133) e dei lavoratori del bacino ex legge 28 e legge 8 (287). A questi ultimi si aggiungono altri 5 soggetti – il cui rapporto di lavoro è stato più volte prorogato negli anni tramite decreti dei vari commissari – che avranno il compito dare «supporto» proprio a quelli delle leggi 28 e 8.
I contratti
Per i 425 lavoratori, con i fondi del ministero, sono previste diverse tipologie di contratto, per una durata comune di un anno prorogabile di ulteriori 12 mesi. E così, senza alcuna selezione, l'amministrazione Oliverio ha “regalato” altri due anni di servizio in un ente pubblico.
I soldi destinati al potenziamento dei Cpi, in realtà, non potenziano un bel niente, perché vengono usati per allungare i contratti di persone che erano già state arruolate nei vari uffici della Regione.
«Siamo di fronte a un vero paradosso: un ente come la Regione che si comporta come un privato nella gestione di fondi pubblici», spiega un funzionario che conosce bene i meccanismi della Cittadella.
Ex stagisti e borsisti etc
“Ex stagisti” ed “ex borsisti”, in particolare, potranno contare su un contratto a «tempo pieno e determinato», con un trattamento economico da categoria D. Gli altri 287, invece, avranno un «tempo indeterminato e parziale».
Non male per chi è entrato nella pubblica amministrazione senza concorsi. I 287 – da due decenni in servizio negli enti pubblici grazie alle norme (la 28 e la 8, poi accorpate dalla legge 1) per la ricollocazione dei precari che usufruivano degli ammortizzatori sociali – sono dentro al processo di stabilizzazione avviato nel 2018 dalla giunta Oliverio e fanno dunque parte del precariato “certificato”. I cinque che dovranno dare loro «supporto», invece, sono consulenti esterni arrivati grazie ai soldi della legge 1.
«Tutti gli altri sono stati trascinati dentro, hanno fatto un bel mix elettorale», commenta una fonte di Germaneto.
Il problema più generale, che si ripete ogni anno, è trovare i fondi per tutti questi “dipendenti” entrati in modo irrituale in Regione. Per il prossimo biennio, evidentemente, non ci saranno problemi, visto che l'amministrazione Oliverio ha deciso di usare i finanziamenti previsti per i Cpi. I precari gliene saranno di certo riconoscenti.
bellantoni@lactv.it