Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Lo scontro tra il governatore Mario Oliverio e il suo vice Antonio Viscomi sembra essere arrivato al punto di non ritorno.
Già dalla fine dell’anno scorso, quando si rincorrevano le voci su un possibile rimpasto di giunta poi rinviato dal governatore, Viscomi era finito sul libro dei possibili uscenti. “Fa ombra” al governatore cominciava a dirsi con troppa frequenza all’interno della maggioranza. La crisi sembrava essere rientrata anche a seguito dell’approvazione del bilancio sulla quale Viscomi si era molto speso.
Da qualche settimana, però, i rapporti sono tornati a peggiorare. Intanto Oliverio attribuirebbe al suo vice continue fughe di notizie, molte delle quali riservate, che afferiscono all’operato della giunta. E poi all’orecchio del presidente sono arrivati continui report sulle critiche che Viscomi muoverebbe alla gestione Oliverio ad ogni occasione possibile. E il governatore ha da tempo smesso di fidarsi di quello che dovrebbe essere il suo braccio destro.
Come dimostra quanto avvenuto in Consiglio regionale. Ad una delicata seduta, nella quale c’erano da discutere provvedimenti significativi per il governo per la messa in liquidazione della Field e alcune modifiche alla legge che regola l’Arpacal, il vicepresidente ha deciso di non presenziare senza fornire alcuna giustificazione. Circostanza resa gravissima dall’invece annunciata assenza di Mario Oliverio per problemi di salute che gli hanno impedito di prendere parte lunedì anche alla Conferenza Stato-Regioni. E da un’ulteriore aggravante che nel gruppo Pd è circolata nel pomeriggio: Viscomi sarebbe stato a Reggio Calabria, all’Università. Senza passare dal Consiglio.
Il centrosinistra si è trovato così a dover affrontare la seduta senza la guida del presidente e del suo vice. Così come è stato sottolineato un po’ da tutti durante la Conferenza dei capigruppo che ha preceduto l’inizio dei lavori d’Aula. Anzi. I più “cattivi” hanno notato tra gli scranni del Consiglio anche le assenze dei consiglieri Pasqua e Ciconte, seppure quest’ultimo colpito recentemente da un lutto, come se si potesse trattare di un mezzo boicottaggio. Un tentativo di sabotare quantomeno la seduta.
Sono stati quindi il presidente del Consiglio Nicola Irto e il capogruppo del Pd Sebi Romeo a prendere in mano la situazione e a provare a mediare sia in maggioranza che con l’opposizione. Romeo ha avuto un lungo colloquio con il presidente della Commissione anti-ndrangheta Arturo Bova, tra i più imbufaliti per lo stato delle cose nel centrosinistra.
Poi con il centrodestra si è raggiunta la quadra con il sì alla legge targata Nicolòche autorizza il mantenimento annuale delle strutture amovibili degli stabilimenti balneari.
Alla fine la minoranza rimane in Aula, il centrosinistra ha comunque i numeri e passano all’unanimità sia la legge Nicolò che quelle su Field e Arpacal. Il risultato è stato ottenuto, insomma, ma la giunta è pronta ad esplodere.
Riccardo Tripepi