“La Relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali ha tutti i caratteri positivi di una “ricerca d’azione”. È iniziato così l’intervento del presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, intervenuto a Palazzo Madama, sulla relazione finale della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali


“Non è, cioè, solo una indagine approfondita e originale su un fenomeno finora pesantemente sottovalutato – ha continuato Oliverio - ma mi pare sia anche il tentativo di capire in che modo possiamo intervenire più efficacemente su di esso. Esattamente quello che i cittadini chiedono alla politica: non solo la descrizione di fatti, di circostanze, ma soprattutto la capacità di indicare praticamente gli strumenti da mettere in campo per superare efficacemente i momenti di crisi, di difficoltà, tutti quei fenomeni che rallentano o ostacolano il corretto dispiegarsi della democrazia e dello sviluppo sociale delle nostre comunità”.


“Sono qui in rappresentanza non solo di una regione che annualmente fa registrare uno dei dati quantitativi più elevati del fenomeno ma di una intera area territoriale, il Mezzogiorno, in cui si concentra il 63% del totale degli atti intimidatori e che ha visto un numero incredibile, inaccettabile, di amministratori locali uccisi. Avere appreso che negli ultimi 40 anni in Calabria, Sicilia e Campania sono avvenuti 96 dei 132 omicidi censiti dalla Commissione, per me, uomo del sud e amministratore calabrese, è un dato inaccettabile, moralmente e politicamente inaccettabile. Bene ha fatto la Commissione ad elencare, a ricordare tutti questi nomi, le loro storie.


Leggendo l’elenco dei tanti amministratori uccisi credo sia giusto additare anche molti di loro come esempio di coraggio e integrità che ci deve permettere di liberare il luogo delle istituzioni locali da una connotazione simbolica negativa che sembrano avere assunto per colpa di quegli amministratori locali complici, implicati in torbide vicende, di mafia o di malaffare. I dati contenuti nella relazione finale sono però allarmanti. Essi ci consegnano l’immagine di un fenomeno che va avanti senza subire flessioni, che si ripete con la medesima frequenza, con la stessa facilità, con identica violenza. In Calabria sono stati oltre 80 nel 2014 e una quindicina già nei primi quattro mesi del 2015”.


“E’ arrivato il momento – ha continuato il presidente - e ciascuno deve fare la propria parte, che il fenomeno venga assunto come una priorità da combattere dove si manifesta. Non è più possibile lasciare alla stanca ritualità del momento le migliaia di casi di attentati agli amministratori che, nonostante tutto, continuano a rimanere al proprio posto anche quando mettono a rischio la loro incolumità personale per rappresentare degnamente le loro comunità. Quando devono fare i conti con auto incendiate, familiari intimiditi, spari contro le loro case, devastazione delle loro proprietà. Per questo ritengo che l’approvazione della Relazione della Commissione con il voto favorevole di tutte le forze politiche sia un fatto importante perché ci libera anche da quella falsa rappresentazione che la sicurezza possa essere un tema di parte ed è la dimostrazione da parte delle istituzioni democratiche di una convincente volontà di presa in carico del problema per la sua soluzione.
La sicurezza pubblica è un bene che ogni società deve necessariamente garantire ai propri componenti e che costituisce un fondamentale presupposto del cosiddetto contratto sociale.


Certo da amministratore del Sud, leggendo la Relazione, non posso ignorare che alcuni dati strutturali vanno colmati rapidamente: apprendere che in Emilia Romagna ci sono più stazioni dei carabinieri che comuni mentre in Calabria il 20% del territorio non ha presenze fisse di forze dell’ordine non aiuta. Sentire ribadire dalla viva voce dei magistrati il pauroso scoperto di organico che contraddistingue la mia Regione da tutti indicata come sede della più potente organizzazione criminale, non è un buon segnale. Per questo è necessario, lo ripeto, che ciascuno faccia la sua parte. E non mi sottraggo alla responsabilità di parlare anche e soprattutto di quello che dobbiamo e possiamo fare noi, senza formule assolutorie di rito.


Non possiamo parlare di innovazione, sviluppo, merito, se non parliamo dell’evoluzione che necessariamente devono avere le istituzioni, l’economia e la società calabrese. Cioè quelle istituzioni che noi guidiamo; l’economia che noi produciamo; la società che noi alimentiamo, di cui facciamo parte. Per quanto mi riguarda rimettere al centro dell’attenzione le autonomie locali regionali significa dare certezze alle prospettive delle istituzioni più radicate sul territorio e con esse alle aspettative e alle speranze dei cittadini, delle imprese, dei territori. Siamo già impegnati, su questo versante a rafforzare il ruolo della Regione nel compito di ricollocare la funzione dei Comuni calabresi, ripensando il sistema delle funzioni tenendo conto della peculiarità dei nostri Comuni, della loro dimensione, delle loro difficoltà ma anche delle loro potenzialità. Penso ad un assetto istituzionale con una Regione che legifera ed enti locali che amministrano in un quadro di certezza di funzioni e di regole, superando la miriade di società in house, fondazioni, enti sub regionali, società di gestione che si sovrappongono e finiscono con l’alterare le normali relazioni istituzionali”


“Ringrazio - conclude Oliverio - la Commissione e il suo Presidente On. Doris Lo Moro per l’egregio lavoro svolto e mi auguro che il corpo di proposte che chiude la Relazione sia rapidamente approvato. Per quanto mi riguarda non posso che confermare l’impegno mio personale e della Regione che rappresento nel sostenere tutte le attività di contrasto al fenomeno, nella consapevolezza che la ‘ndrangheta non è il nostro destino. Su questo non ci sono dubbi.


Purtroppo ci saranno ancora atti di violenza contro rappresentanti delle istituzioni locali, come quello che ha visto vittima nei giorni scorsi il nostro consigliere regionale Arturo Bova, qui presente a cui riconfermo la Nostra solidarietà e vicinanza. Questo non ci impedirà di profondere il nostro impegno per contrastare la criminalità organizzata ed affermare la legalità in una regione difficile come la Calabria.


Lo faremo con determinazione, con il rigore e la limpidezza di comportamenti necessari a rendere efficace e credibile l’azione di governo di una regione che vuole riscattarsi e costruire il proprio futuro e per farlo è consapevole che la sconfitta della criminalità organizzata e l’affermazione della cultura della legalità sono condizioni da cui non si può prescindere”.