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L’assemblea regionale di Liberi e Uguali finisce con l’accelerare il rimpasto di giunta. Per due ordini di ragioni: il primo sta cambiando la stessa natura tecnica dell’esecutivo di Oliverio. L’adesione formare dell’assessore all’Ambiente Antonella Rizzo al partito di Pietro Grasso, seppure la stessa abbia smentito l’intenzione di candidarsi, fa venire meno la stessa ragione della sua presenza in un esecutivo di soli tecnici.
E il governatore, trapela dagli ambienti a lui più vicini, starebbe aspettando un segnale dalla stessa Rizzo e cioè le sue dimissioni.
A far precipitare ancora di più la situazione ci si è messo poi il giallo legato alla presenza di Antonio Viscomi alla convention lametina. Anche perché, a prescindere dalla sua reale partecipazione all’incontro, sembrerebbe assai probabile la sua adesione al partito.
E non si esclude che anche l’appena revocata Federica Roccisano possa annunciare il suo ingresso ufficiale nella nuova formazione politica.
La politica dentro la giunta dei tecnici e, per di più, in un partito in questo momento avversario del Pd di Oliverio. Abbastanza per sentire puzza di accerchiamento e respingere l’assalto con un cambio di passo anche più radicale rispetto a quello immaginato in un primo momento.
Oltre alla Barbalace e alla Roccisano, già fuori dall’esecutivo, potrebbero essere sostituiti anche Rizzo, Viscomi e Rossi. I superstiti sarebbero soltanto Russo e Musmanno. Più che un rimpasto, dunque, un azzeramento dell’esecutivo tecnico che servirebbe al governatore per riprendere in mano le redini del governo e tornare a dare le carte quando le elezioni politiche sono ormai alle porte.
Il momento di tensione all’interno della maggioranza di centrosinistra alla Regione è massimo e le future scelte del governatore saranno determinanti per lo scorcio finale della legislatura. Nell’esecutivo dovrebbero ritornare i politici per dare nuovo slancio all’azione della Regione e provare a ricucire i rapporti con il territorio e con il Consiglio regionale, non troppo floridi negli ultimi tempi. Le ultime mosse, però, il governatore le dovrebbe concordare con Roma proprio mentre sono in discussione le candidature per le prossime politiche. Chiaramente le due partite andranno a confondersi tra di loro e il tentativo del governatore sarà quello di provare ad uscire dall’attuale accerchiamento, blindare le ricandidature degli uscenti di corrente (Censore e Bossio) e poi suonare la carica in vista del congresso regionale. Alla finestra rimane la componente renziana dei vari Magorno, Minniti e Battaglia in attesa di capire quale sarà il futuro del segretario nazionale del partito che il prossimo 4 marzo si gioca moltissima parte del proprio futuro politico.
Riccardo Tripepi