Il presidente della Regione cede parte del suo potere all’ex assessore di Roma, che è stato appena scaricato dal Governo Meloni. È l’unico direttore dell’Agenzia delle dogane a non essere stato riconfermato
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L’ex assessore grillino appena scaricato dal Governo Meloni approda alla corte di Roberto Occhiuto, in Calabria. La nomina di Marcello Minenna ad assessore regionale significa molte cose e conferma un trend: la Cittadella, ormai, è diventata una destinazione sicura per supertecnici che l’apice della carriera potrebbero già averlo alle spalle.
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Il predecessore Ultimo
A Minenna, per dirne una, è stato assegnato lo stesso assessorato all’Ambiente che l’ex presidente Jole Santelli, ormai tre anni fa, aveva affidato alle cure di Sergio De Caprio, alias capitano Ultimo, il mitico ufficiale dell’Arma che sarà per sempre ricordato come l’uomo che mise le manette ai polsi al capo dei capi della mafia, Totò Riina.
E se Ultimo poteva vantare una buona esperienza sulle questioni ambientali (è stato a lungo ufficiale del Noe dei carabinieri), Minenna ha più un profilo da economista. Laurea alla Bocconi di Milano, ex dirigente Consob, commercialista, revisore dei conti, prof universitario, nel 2016 entra a far parte della Giunta della grillina Virginia Raggi, a Roma, con deleghe a Bilancio, Partecipate, Patrimonio e Politiche abitative.
Si dimette due mesi dopo ma, evidentemente, resta nell’orbita del Movimento, tant’è che, nel gennaio 2020, viene nominato direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli in pieno Conte II.
Il benservito di Meloni
Ci rimane fino a pochi giorni fa, quando, su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il governo di Giorgia Meloni – sostenuto anche da Forza Italia, il partito di Occhiuto – gli dà il benservito. Minenna è l’unico direttore delle agenzie fiscali a non essere stato riconfermato (al suo posto Roberto Alesse).
Le super deleghe
Ora sbarca in Calabria, con un portafoglio di deleghe che non potrebbe essere più pesante. Ambiente e tutela del territorio; e già basterebbero. Occhiuto invece ha voluto affidargli anche la gestione del ciclo dei rifiuti e delle risorse idriche, la programmazione europea e l’attuazione dei progetti strategici del governo. In più, ecco un’altra impresa titanica, contro cui sono andati a sbattere tutti gli altri predecessori: la razionalizzazione delle società partecipate, molte delle quali continuano a drenare milioni e milioni di risorse pubbliche malgrado siano in liquidazione da anni.
Certo è che il governatore, con Minenna, dà una nuova lucidata al suo esecutivo, già rimpastato a novembre con l’arrivo di Giovanni Calabrese ed Emma Staine, chiamati a sostituire i neo parlamentari Fausto Orsomarso e Tilde Minasi.
A meno di Dolce
Occhiuto decide così di fare a meno di un altro assessore esterno, Mauro Dolce, a cui ha comunque concesso l’onore delle armi, ovvero la possibilità di annunciare le sue dimissioni, motivate dai impegni universitari e familiari. L’azione di Dolce, in realtà, non avrebbe mai entusiasmato troppo il presidente, il quale, non è un mistero, prima di varare la sua Giunta aveva a lungo corteggiato un altro tecnico di grido, Guido Bertolaso. L’uomo-ovunque del berlusconismo, oggi assessore al Welfare in Lombardia, aveva però rifiutato l’offerta del governatore, non senza suggerirgli un’alternativa: il suo ex braccio destro in Protezione civile, Dolce, per l’appunto.
Lo switch con Minenna, tenuto coperto fino all’ultimo, non sembra tuttavia avere solo finalità di tipo politico. È una scelta mediaticamente scoppiettante (un famoso ex tecnico del grillismo alla corte di un berlusconiano doc) ma è motivata da una ragion pratica. L’assessorato di Dolce, con deleghe solo a Infrastrutture e Lavori pubblici (ora entrambe nella disponibilità di Occhiuto), è stato forse un lusso non sostenibile, considerato che, Statale 106 a parte, di grandi investimenti sulle opere materiali della regione non sembra esserci traccia, a parte l’ancora futuribile Ponte sullo Stretto.
Lo spartiacque
Minenna, invece, si ritroverà tra le mani alcuni tra i più importanti dossier della Calabria: fondi Ue, ciclo dei rifiuti, gestione delle risorse idriche, transizione ecologica. Tutte questioni finora appannaggio esclusivo di Occhiuto. L’arrivo dell’ex assessore della capitale potrebbe quindi anche rappresentare uno spartiacque politico e di legislatura. Il governatore, dopo aver centralizzato un numero impressionante di poteri, ha infine deciso di cedere, quanto meno formalmente, una parte della sua potestà amministrativa. Si vedrà con che esiti, visto che Minenna gestirà deleghe nemmeno paragonabili per peso e importanza a quelle che il governatore ha affidato agli assessori di Fratelli d'Italia e Lega.