Il governatore vuole cambiare registro, dettando i criteri di scelta e tenendo a bada i partiti. Ma la questione esecutivo potrebbe lasciare in molti scontenti
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
Roberto Occhiuto punta a chiudere la partita della giunta all’inizio della prossima settimana, quando scadranno i canonici dieci giorni che lo Statuto gli concede per presentare l’esecutivo regionale. «Sulla nuova Giunta avrete notizie entro lunedì» ha detto il presidente rispondendo alle domande dei giornalisti sulla composizione del nuovo esecutivo, a margine della riunione del Comitato di sorveglianza sui fondi europei, svoltasi alla Cittadella, nella sede della giunta regionale.
La questione dell’esecutivo, già complicata di suo, per effetto dei risultati venuti fuori dalle urne, si sta complicando ulteriormente per via dei paletti e dei criteri fissati dal neo presidente, che di sicuro non renderà del tutto felici i suoi alleati.
Ma anche su questo, Occhiuto è stato perentorio in tempi non sospetti, e cioè quando all’indomani dell’incoronazione a presidente della Regione ha affermato che il leader del centrodestra in Calabria è proprio lui e che nessuno può influire sulle scelte che ha in mente per la sua giunta.
Giunta Occhiuto, le ultime indicazioni
I criteri di scelta della squadra di governo, Occhiuto li sta discutendo con un fitto calendario di incontri con i leader nazionali dei partiti che formano la coalizione di centrodestra, che devono anche fornire le loro indicazioni (a volte rivendicazioni) al presidente che non ha intenzione di confermare le deleghe agli assessori uscenti (vedi Gianluca Gallo e Fausto Orsomarso) praticamente sicuri di entrare in giunta.
L’ultima indicazione fornita dai soliti ben informati riguarda proprio le rivendicazioni dei partiti a cui Occhiuto sembra non voler cedere imponendo la sua linea, che si sostanzia in un assessorato a testa. Il che, come accennato, complica le cose. Anche perché da quanto pare il neo presidente equiparerebbe anche la casella della presidenza del Consiglio alla stregua di un posto nella giunta. Senza dimenticare il necessario rispetto degli equilibri territoriali.
Lo schema che si può intuire da queste indicazioni si potrebbe sostanziare con la vicepresidenza dell’esecutivo in quota Lega e la presidenza del Consiglio a Forza Italia. Queste due posizioni ovviamente condizioneranno le altre scelte. Perché se FI la spunterà sulla presidenza di Palazzo Campanella (anche per una questione di equilibri territoriali rimane in pole il reggino Giovanni Arruzzolo), allora Fratelli d’Italia potrebbe avere due assessori.
Viceversa, se alla fine l’Astronave sarà guidata dagli esponenti del partito di Giorgia Meloni, gli azzurri avrebbero due assessori in giunta (Gallo e un esterno), più una scelta, diretta emanazione di Occhiuto, e anche una rappresentanza per Forza Azzurri che fino al momento era rimasta ai margini dei ragionamenti di giunta.
Dove però, rimane saldo il filone che vuole una postazione a Coraggio Italia (rimane in piedi l’ipotesi di una donna esterna), con l’esclusione dell’Udc a cui i numeri certamente non danno ragione, ma che mantiene la fiammella della speranza accesa: ambienti vicini allo scudocrociato d’altro canto affermano: non ci è stato detto “si”, ma neanche “no”.
Giunta Occhiuto, il nodo vicepresidenza
La questione è più complicata di quello che sembra. Anche perché la Lega non sembra insistere più di tanto sul nome di Nino Spirlì per le ormai note vicende che dal risultato elettorale vanno all’ultima infuocata riunione dei dirigenti calabresi del Carroccio. In molti stanno provando a confrontarsi con Matteo Salvini che però a livello nazionale ha le sue gatte da pelare, provando a congelare la fronda interna capeggiata dal ministro Giorgetti.
Il leader della Lega ha chiarito la sua posizione con una frase: «Io ascolto tutti, ma poi decide Salvini». L’approccio alla questione ha tutta la parvenza di un approccio molto riservato. E tutto fa pensare che la Lega rimarrà ferma nella rivendicazione del ticket ma proponendo un esterno. In questo senso i nomi circolati vanno da Calabretta a Minicuci.
E se si volesse insistere su Spirlì, c’è da domandarsi come interpretare l’ultima esternazione del presidente Occhiuto che sostanzialmente ha bocciato in maniera netta il governo del facente funzioni: «In quest’ultimo anno – ha detto Occhiuto proprio oggi – la Regione è stata governata in regime ordinario, non c’era un presidente eletto, ai tavoli del governo e con le altre Regioni è mancata l’autorevolezza di un presidente eletto direttamente dai calabresi».
Annunciare che lunedì sarà resa nota la giunta e contestualmente “criticare”, anche pesantemente, il predecessore che è anche quello con cui dovrebbe condividere il famoso “ticket” non sarebbe una mossa politicamente azzeccata da parte di Occhiuto che forse, ha lanciato un messaggio, chiaro e forte, a chi si ostina a fare ancora il nome di Spirlì, dando ragione a chi pensa che l’obiettivo ultimo del presidente e di Forza Italia sia quello di marginalizzare la Lega anche in ottica nazionale, dove si sta provando a privilegiare l’ala moderata del centrodestra del futuro.