La Giunta comunale di Palazzo dei Bruzi, presieduta dal sindaco Franz Caruso, ha esaminato il decreto regionale per l'attivazione del procedimento finalizzato alla "Realizzazione del nuovo ospedale e della Cittadella della salute di Cosenza”. Duro il giudizio del primo cittadino che parla di «obbrobrio amministrativo, una vergogna». 

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«Il dirigente che firma - afferma Caruso - è lo stesso che nel 2017 ha curato e sottoscritto tutti gli atti amministrativi che hanno presieduto alle procedure che hanno condotto all'esito di uno studio di fattibilità che ha indicato Vagliolise come il sito più funzionale e conveniente per l'allocazione del nuovo hub ospedaliero. Oggi questo dirigente smentisce se stesso. In base a quali motivazioni abbia attivato una nuova procedura, che oltretutto presenta forti elementi di illegittimità, non è dato sapere».

Il sindaco di Cosenza si rivolge quindi al presidente della Regione Roberto Occhiuto: «Venga attivato il tavolo tecnico tra Regione e Comune, insediatosi nel 2017 per valutare i riflessi di carattere urbanistico e sociale sulla base della scelta compiuta per il sito di Vagliolise. È quella la sede deputata a valutare ogni eventuale novità, che si sia potuta registrare nel periodo successivo a quella data. Non può essere nessun decreto dirigenziale - ha proseguito il sindaco Caruso - che si sostituisce o che addirittura cancella con un colpo di spugna un procedimento complesso, svoltosi sotto la diretta responsabilità della giunta regionale e di tutti gli organismi istituzionali».

Dal Comune bruzio dunque la richiesta «al presidente della giunta regionale di autorizzare la revoca di questo decreto. In ogni caso - ha concluso Franz Caruso - nella riunione odierna abbiamo deciso, a tutela degli interessi del cittadino e del buon andamento del procedimento amministrativo, di dare mandato ad un legale di fiducia dell’Amministrazione comunale per predisporre l'atto di impugnazione in sede giudiziale del suddetto decreto. In quella sede chiediamo la immediata sospensiva e contestualmente la revoca del provvedimento».