Reggio Futura torna a fare sentire la propria voce. E lo fa in una conferenza stampa, stamane, dopo la recente richiesta della Procura di Reggio Calabria di rinvio a giudizio del sindaco sospeso di Reggio Giuseppe Falcomatà per abuso d’ufficio, inchiesta collegata alla “vicenda Miramare”. Il movimento cittadino, presieduto da Italo Palmara, aveva denunciato la mancata costituzione di parte civile del Comune nel processo Miramare, denuncia che ha avuto un seguito. E che per la politica cittadina e per la città potrebbe avere conseguenze ben più gravi, non solo penali ma anche politiche.

La nuova sospensione

«Se il sindaco dovesse essere rinviato di nuovo a giudizio e avere una nuova condanna – afferma Palmara, in conferenza stampa col giornalista Fabrizio Pace - ci ritroveremmo con una prima sospensione di 18 mesi, una seconda di 12 mesi e una nuova sospensione a ulteriori 18 mesi, che sommati arriverebbero a sforare la durata della consiliatura. Se il sindaco avesse veramente a cuore le sorti della città e avesse rispetto per i cittadini e, in particolare, per chi lo ha votato, dovrebbe rassegnare le dimissioni».

Il codice etico

Ma non solo, secondo Palmara «Se avesse tenuto fede al codice etico che lui stesso ha voluto e approvato in consiglio comunale, le dimissioni avrebbe dovuto darle il giorno della prima condanna a novembre 2021. Ma questo non è avvenuto». Il presidente di Reggio Futura chiarisce di aver avuto una interlocuzione con il sindaco facente funzioni Paolo Brunetti, che ha risposto a una sua lettera, chiarendo che "Esiste un obbligo alle dimissioni in base all'articolo 20 del codice etico, ma è un obbligo morale e non giuridico”. Quindi «Brunetti avrebbe potuto solo stimolare le dimissioni, ma non fare altro».

Il danno erariale

Oltre alle conseguenze politiche e penali, non meno pesanti quelle amministrative. «Il giorno in cui abbiamo depositato la denuncia querela in Procura, come Reggio Futura abbiamo presentato anche un esposto alla Procura regionale della Corte dei conti affinché venisse verificato il danno erariale che questa situazione ha provocato. Viste le risultanze delle indagini in sede penale, la Corte dei conti non potrà che essere consequenziale e procedere, da un punto di vista amministrativo, con la sanzione erariale nei confronti di Falcomatà».