Nel 2005 l’esponente di Rifondazione comunista venne imputato di abuso d’ufficio per aver chiamato la moglie nel suo staff. Fu assolto ma subì pesanti conseguenze politiche. La coda di paglia del centrosinistra e gli altri “parenti di”
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Nel 2005 per avere assunto la moglie nella propria struttura speciale di assessore regionale, Egidio Masella fu costretto a dimettersi dalla Giunta regionale. Di lì a poco perderà anche il posto in consiglio, conquistato a sorpresa alla prima candidatura sotto le insegne di Rifondazione Comunista con oltre quattromila voti ma in condizione di ineleggibilità, accertata su ricorso del primo dei non eletti Damiano Guagliardi, che gli subentrerà dopo appena un anno di legislatura.
Dalle stelle alle stalle
Seguirà un procedimento giudiziario per abuso d'ufficio terminato soltanto nel 2013 con il definitivo proscioglimento. Insomma, quella nomina familistica era perfettamente legale ma non portò fortuna al magistrato di Belvedere Marittimo, apparso e poi scomparso definitivamente dai radar nel giro di un amen, prima nastro nascente della politica, poi stella cadente. Un incarico senza corrispettivo economico, si giustificò.
Casa e bottega
Come quello affidato nelle ultime ore dalla presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro, fresca di elezione, al marito Marco Ambrogio incaricato di espletare le attività di supporto alla realizzazione delle linee programmatiche di governo. Trasformando la sede di Piazza XV Marzo in casa e bottega. Il Pd è rimasto per qualche momento a guardare. Poi, dopo le esternazioni del presidente del consiglio comunale di Palazzo dei Bruzi Giuseppe Mazzuca, esponente non secondario dei democrat, è arrivata la condanna da parte del sub commissario Maria Locanto: «Indice del degrado politico in cui versa la destra calabrese» si legge nella nota di due, diconsi, due righe trasmessa alle redazioni.
La coda di paglia del centrosinistra
Un telegramma più che un comunicato stampa, rivelatore di una coda di paglia lunga quanto la distanza che separa le sedi del Comune e della Provincia di Cosenza. Perché anche il centrosinistra ha il suo peccato da scontare, con l’attribuzione di un analogo incarico a titolo gratuito di Capo di Gabinetto a Luigi Incarnato, padre di Pina Incarnato, candidata eletta sotto le insegne del garofano e poi chiamata nell'esecutivo comunale. Il sindaco Franz Caruso poi, ha la responsabilità di aver dato il via a questo valzer di funzioni attribuite senza corrispettivo economico.
Lavoro aggratis
Il malcostume avalla e alimenta sacche di sfruttamento (perché mai una prestazione non dovrebbe essere retribuita?) e fornisce cattivo esempio legittimando il lavoro sottopagato che in Calabria è spesso la regola e non l’eccezione. E poi con la scusa del lavoro gratutito, offre una sorta di giustificazione alla chiamata in ruoli di rilievo della pubblica amministrazione, di parenti e amici. Come se rivestire determinate posizioni non comporti comunque altre tipologie di vantaggi. Ruoli aggratis certo, ma pur sempre utili a muovere le leve del potere.
Prima la famiglia
Sulla carta tutto legale e legittimo. Del resto abbondano gli esempi di politici che hanno tentato, spesso riuscendoci, di trasferire il proprio consenso e le cariche elettive ricoperte, agli stretti congiunti in una sorta di successione dinastica. Leggasi Antonio e Andrea Gentile, Pino e Katya Gentile, Gino e Michele Trematerra, Claudio e Silvia Parente, Ennio e Luca Morrone; oppure da marito a moglie per aggirare il limite dei due mandati introdotto da alcune formazioni partitiche, come nel caso dello stesso Luca Morrone con Luciana De Francesco, proiettata in consiglio regionale senza aver mai svolto, negli anni precedenti alcuna attività politica.