L’imbarazzo politico è palpabile ma tenuto a bada, sebbene con difficoltà. I cinquestelle vibonesi hanno vissuto la nomina del capo gabinetto del sindaco, Gianpiero Menniti, con sorpresa, non tanto per la nomina in sé che considerano «pienamente legittima», quanto per la presa di distanza del Pd che ha lasciato gli assessori pentastellati con il cerino in mano. I dem Soriano e Continanza, infatti, non hanno partecipato alla votazione di giunta con cui si è deliberata l’assunzione di Menniti, mollando al tavolo dell’esecutivo Santoro e Miceli, che invece non hanno fatto mancare il proprio consenso alla decisione di Romeo. Una situazione che apre una falla potenzialmente fatale nella maggioranza che sostiene l’amministrazione, ma che con molta probabilità verrà rattoppata al meglio per continuare a navigare sino alla fine della consiliatura.

«Sul fatto che gli assessori del Pd fossero assenti al momento della votazione, aspettiamo una presa di posizione ufficiale da parte del Partito democratico, per capire se questa assenza è motivata da precise ragioni politiche o si è trattato di un caso». Michele Furci, coordinatore territoriale dei 5 stelle vibonesi, si muove con cautela. Le sue parole sono misurate nel tentativo di non aggravare una situazione che presenta già molte insidie per la maggioranza. D’altronde non è un politico di primo pelo e sa bene che queste cose spesso si giocano sul filo del rasoio, dove una parola in più può essere quella di troppo.
«Come Movimento 5 Stelle prendiamo atto di una situazione leggermente complessa – continua -. Nominare un capo di gabinetto è una legittima prerogativa del sindaco e non è certo una novità per Vibo Valentia. Per cui il Movimento, in maniera leale, quando si tratta di prerogative previste dalle leggi, non può che essere d’accordo». Continua a leggere su Il Vibonese