“La classica boutade ferragostana, di quelle che si giustificano solo quando il solleone picchia più implacabile”. Il consigliere regionale Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia, giudica così in una nota l’”affondo” del deputato Stefano Pedica della direzione del Pd, che nei giorni scorsi s’era scagliato contro il Consiglio regionale calabrese per le prolungate ferie causate dal rinvio delle sedute al prossimo 11 settembre.

 

“Il parlamentare esponente della Direzione del Pd – aggiunge Nicolò – ha commesso un’imperdonabile gaffe perchè avrebbe semplicemente dovuto rivolgere i suoi strali, populisti e demagogici, ai propri compagni di partito visto che il rinvio di un mese della convocazione del Consiglio calabrese è stato chiesto proprio dal capogruppo del Partito Democratico e ottenuto grazie all’acquiescenza dei gruppi di maggioranza.”

 

“Consiglio in fuorigioco”

“Prima di dichiarare, avrebbe dovuto documentarsi meglio, l’onorevole Pedica – continua il capogruppo di Forza Italia – e avrebbe così scoperto che in Calabria sono proprio i suoi colleghi di partito a tenere in ostaggio il confronto politico in Assemblea regionale e la stessa vita democratica, mettendo, come abbiamo denunciato, il Consiglio in ‘fuorigioco’ a cause dei continui conflitti interni, vere e proprie guerre intestine, che hanno reso impossibile il rinnovo dell’ufficio di presidenza dell’Assemblea, abbondantemente scaduto ormai da due mesi”.

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Ancora Nicolò: “Se Pedica vuol rendere un servizio utile alla politica ed alle istituzioni della Calabria, allora farebbe molto meglio a convocare in direzione nazionale del Pd i vertici calabresi del suo partito e chiedere perchè non sono più capaci di garantire l’agibilità democratica dell’Assemblea e il fondamentale rapporto istituzionale che lega parlamento regionale e governo nell’interesse della democrazia e dei cittadini. Invece, come abbiamo rilevato più volte, si ripercorrono le più vecchie, logore strade della politica dei tempi andati, facendo pagare alle istituzioni i problemi interni alla maggioranza. Pedica, forse, allora finirà con lo scoprire quello che i calabresi hanno purtroppo constatato da tempo, cioè che nella regione più disastrata d’Italia sul piano socio-economico e occupazionale, chi è chiamato a dare risposte arranca sempre più affannosamente nella giunta e nella stessa maggioranza regionale, dimostrando l'incapacità già emersa nei due anni e mezzo di governo e che ora, accentuata più che mai, offusca la seconda fase della legislatura”.

 

“Avvii una indagine interna al Pd”

“Vuol fare sul serio, oltre le chiacchiere, l’onorevole Pedica? – conclude Nicolò – Allora avvii un’indagine interna al Pd. Per fare chiarezza. Per scoprire come mai, di fronte alle cifre drammatiche degli ultimi rapporti statistici che segnalano per la Calabria una distanza abissale dalle realtà del Centro-Nord e un progressivo distacco persino dalle altre regioni del Mezzogiorno, qui si assiste alla mortificazione delle istituzioni democratiche, piegate e umiliate in vista di vaghe prospettive di disponibilità di nuove ‘caselle’, ovvero poltrone, incarichi e gestione di risorse, da misurare col bilancino delle compensazioni per tentare così di rifornire di ossigeno un’asfittica, boccheggiante esperienza di governo regionale”.