La parlamentare calabrese pubblica un video nel quale accusa i vertici del Movimento di aver perso la spinta antisistema e annuncia di non voler più rendicontare le restituzioni. «Ma non me ne vado»
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«Dovevamo operare una rivoluzione culturale, ma le maggiori energie sono state utilizzate in questi anni per abbassare la qualità del discorso politico, tanto è vero che ci ritroviamo ciclicamente a parlare di rendicontazione per denigrare qualche parlamentare o per distogliere l’attenzione dalle questioni politiche».
La parlamentare vibonese del Movimento 5 stelle, Dalila Nesci, tira fuori la clava e, con riferimento alle polemiche che in questi giorni stanno attraversando il movimento, bastona senza troppi complimenti i compagni di partito con una netta presa di distanza dal metodo e dal merito della linea politica di Di Maio e compagni. Una mossa che, dopo l’autocandidatura (poi bocciata dai vertici Pentastellati) alla presidenza della Regione Calabria, allontana sempre più la deputata tropeana dall’ortodossia del Movimento che, dice senza mezzi termini, «ha abdicato al suo ruolo antisistema per rendersi protagonista di un appiattimento culturale ridicolo».
E anche se la Nesci assicura che non lascerà i Cinquestelle («non ho tradito i valori del Movimento – afferma – altri l’hanno fatto»), il messaggio che affida ad un lungo video indossando un’eloquente felpa con su scritto “MindFutness”, è dirompente e traccia un solco che rischia di essere percorso da molti altri portavoce: quello della disobbedienza sulle restituzioni.
«Per il M5s – argomenta la Nesci – le rendicontazioni dovevano essere un vanto che potesse rilanciare il significato politico di testimonianza, invece ancora una volta abbiamo tirato fuori questo argomento come una clava mediatica, a partire purtroppo dai vertici del Movimento, per delegittimare dei portavoce. In questa trappola a mio avviso sono caduti, anche in buona fede, in tanti, che non vedono la trave negli occhi del M5s. Io – ha sostenuto la deputata – sono arrivata a donare più di 170mila euro dal 2013, sul mio sito si possono controllare tutti i bonifici dello stipendio da parlamentare fatti in questi anni e ne sono fiera. Solo che adesso non ci sto più ad abbassarmi a questo messaggio becero sul denaro: non rendiconterò più sulla piattaforma M5s, ho scelto di donare i miei soldi ad associazioni attive sul territorio, infatti sempre sul mio sito si possono trovare i miei nuovi bonifici, uno fatto ad associazione che si occupa ai malati di Sla, un altro a favore di un’associazione a tutela dei minori. Questo – ha aggiunto – perché il messaggio rivoluzionario delle rendicontazioni doveva essere chiaro, cioè il denaro non deve essere il fondamento e la motivazione del nostro impegno in politica».
La Nesci quindi ha continuato nella sua offensiva: «E mentre qualcuno cincischia di rendicontazione, sul caso politico della Calabria c’è silenzio e ipocrisia. La Calabria è in difficoltà, vale il valore delle rendicontazioni? Dico di no, vale molto ma molto di più perché parliamo del futuro di intere generazioni dello sviluppo di un territorio già depredato dalle mafie e dalla malapolitica. A qualcuno interessa? Io ho lanciato l’allarme tempo fa, ho spiegato la svendita politica del patrimonio elettorale del M5s in Calabria. A qualcuno – ha osservato la parlamentare – non è piaciuta la mia candidatura alla presidenza della Regione ma era un tentativo estremo di difesa delle battaglie del Movimento 5 Stelle in questi anni. Il M5s aveva il dovere di rappresentare la Calabria vogliosa di riscatto, altrimenti stiamo solo scherzando. In Calabria e non solo abbiamo fatto tante cose ma in tante altre abbiamo abdicato alla nostra spinta anti-sistema. Il mio percorso politico in rappresentanza del M5s è stato sfruttato nelle campagne elettorale, anche adesso qualche arrivato dell’ultima ora, con il beneplacito generale interno, continua a sfruttare la mia storia politica per tentare di nascondere la sua inadeguatezza. In Calabria come nel governo ci sono stati accordi politico-elettorali al ribasso, e quindi a ciascuno degli artifici del M5s bisognerebbe chiedere la rendicontazione politica di questi compromessi. Mi ribello – ha sostenuto ancora – a questo appiattimento ridicolo del M5s, che fa delle rendicontazioni in denaro un argomento di distrazione di massa dimenticandosi di fare il rendiconto politico delle responsabilità che ha sulla Calabria e su tutto il resto».
In conclusione ha affermato: «Il re è nudo. Ho fatto denunce pesanti contro la ‘ndrangheta, figuriamoci se ho paura dello spauracchio dei probiviri. Da questo momento in poi per protesta non rendiconterò sulla piattaforma del M5S, perché non mi adeguo a questo abbassamento becero: questa mia protesta contro l’ipocrisia si sostanzia in queste donazioni libere che ho già fatto e farò ad associazioni calabresi attive sul territorio. Sono entrata nel M5s per combattere le ingiustizie e le ipocrisie di palazzo e certo non sarà autoreferenziale nella mia forza politica: non me ne vado dal M5s, non ho tradito i valori del Movimento, sono altri che l’hanno fatto».