Ernesto Magorno e Antonio Praticò ai ferri corti. Dopo che quest'ultimo aveva accusato il primo di essere in parte responsabile del disastro sanitario nell'Alto Tirreno cosentino, il senatore ha contrattaccato con un'interrogazione parlamentare
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Antonio Praticò, 78 anni, quattro volte sindaco di Praia a Mare (cinque se si calcola anche la volta in cui, scaduti i due mandati consecutivi, fece eleggere suo fratello) è una figura controversa, amata e combattuta nella stessa misura, conosciuto come padre padrone di un municipio diventato per forza di cose la sua casa, che nella politica praiese ha fatto il bello e il cattivo tempo, ma fuori dal suo feudo ha sempre contato politicamente poco o nulla, forse perché disinteressato ad altri ruoli o, forse, perché il suo modus operandi non gli ha consentito di allargare i confini del consenso. Fatto sta che, puntualmente, di tanto in tanto torna a dire la sua in perfetta solitudine e a dirla male, perché quasi sempre attacca coloro che, in un modo o nell'altro, gli sono stati vicino per assecondare le sue decisioni, come quelle assurde sfociate nell'inaugurazione dell'ospedale di Praia a Mare a novembre 2017 in assenza di qualsivoglia riferimento documentale e giuridico di una reale riapertura. Quel giorno c'era anche Ernesto Magorno, croce e delizia di Praticò, un giorno alleato, quando serve, un giorno nemico, quando c'è da scaricare le responsabilità, che oggi sono uno contro l'altro in una polemica destinata a lasciare il segno.
Un rapporto di "convenienza"
Un rapporto da sempre conflittuale il loro, scandito dalle date e dagli eventi. Chi ha dimenticato le invettive del sindaco praiese contro il senatore di Diamante, allora ancora deputato, nell'autunno di due anni fa, salvo poi accomodarsi al suo fianco, proprio nella città dell'isola Dino, soltanto dieci giorni più tardi per sostenere le ragioni del Sì del famigerato referendum renziano? Ernesto Magorno, sinora, non si era mai scomposto, aveva sempre risposto a tono senza mai lanciare accuse, tornando da Praticò ad ogni sua chiamata, perché, a differenza sua, conosce bene le dinamiche della politica e ha dimostrato di sapere come raggiungere gli obiettivi, senza badare troppo alle chiacchiere. Tornava nonostante sapesse bene che dietro all'ufficiale appartenenza politica al Pd, Praticò ha sempre teso la mano ad amici di altri schieramenti. Ma stavolta il primo cittadino praiese deve aver oltrepassato il limite e all'ennesima accusa, il neo sindaco di Diamante sembra essersi "vendicato".
La stoccata di Praticò
A innescare la polemica era stato un post del primo cittadino di Praia, in cui Carlo Guccione ed Ernesto Magorno erano stati definiti «politicanti» perché avrebbero «tentato di convincere i cittadini dell’alto tirreno cosentino che tutte le problematiche dell’attuale situazione dello spoke Paola-Cetraro siano da imputare esclusivamente alla mancata nomina dirigenziale all’Asp cosentina, così sperando di coprire tutti gli errori ed omissioni della politica da loro rappresentata relativamente alle sorti dello spoke Paola-Cetraro».
Immancabile poi il riferimento del sindaco al nosocomio praiese, abbandonato ormai al suo destino, e agli altri presidi del territorio, dimenticati «sia dalla politica regionale sia dalla politica nazionale, ed in primis dal Senatore Magorno, il quale probabilmente pensa che tutti i problemi del territorio possano risolversi con una bella bevuta di acqua di mare». Un riferimento, quest'ultimo, che punta a sbeffeggiare l'azione di Magorno, il quale, nella sua qualità di sindaco di Diamante, nei giorni scorsi aveva sorseggiato un bicchiere d'acqua delle coste diamantesi per smentire le voci di un possibile inquinamento. Niente che abbia a che fare con ospedali e riorganizzazione sanitaria, dunque. Il culmine, probabilmente, arriva con la frase: «Gli ospiti ed i turisti di questo territorio meritano una sanità affidabile e di qualità.E per fare questo, dobbiamo per prima cosa ripristinare la legalità, che rimane il problema principale sul nostro territorio».
La vendetta di Magorno
Alla frase "ripristinare la legalità" probabilmente si è scatenato il putiferio, perché va bene tutto, ma non che qualcuno getti ombre sul proprio operato, tanto più se chi punta il dito offre spunti di contestazione sull'argomento. E così, per far vedere chi ha il coltello della parte del manico, 48 ore più tardi Magorno ha sfoderato gli artigli con un annuncio: presentata interrogazione parlamentare per «chiarimenti sulla gestione dei progetti da parte del Comune capofila di Praia a Mare e sulla legittimità delle modalità di regolazione, alquanto singolari, dei rapporti finanziari con gli altri enti appartenenti all’Ambito Territoriale Ottimale - Distretto Socio Assistenziale di Praia-Scalea». Nella lettera Magorno sottolinea che finora è stata «elusa ogni precedente richiesta di informazioni», quindi, «diffido a trasmettere nell’immediato, specifica rendicontazione delle somme trasferite dagli enti sovracomunali al Comune di Praia a Mare e non ancora trasferite al Comune di Diamante». Le accuse, che riguardano l'ambito dei servizi sociali, sono pesanti e quello di Magorno sembra quasi un "ammonimento" al collega di Praia a Mare, le cui attività di amministratore, generano spesso interrogativi su diversi aspetti. Ognuno stia al suo posto, sembra voler dire il senatore dem, o qui si scoprono gli "altarini".