Il sub commissario Dem bruzio dopo la sconfitta alle elezioni provinciali: «Giusta l’autocritica, ma facciamola tutti. Stasi? Non si ci avvicina a un partito facendolo perdere»
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Una sconfitta così cocente fa il verso a quella del 2014 quando Mario Occhiuto ebbe la meglio su Gianni Papasso. Le dinamiche sono simili e, come ieri sera, due più due non fece quattro.
Ferdinando Nociti paga in primis la presenza di Flavio Stasi come terzo incomodo, ma anche i voti che da amministratori di centrosinistra sono finiti a Rosaria Succurro. «L’esito è duro da digerire - spiega Maria Locanto -. Anzi posso parlare di una pagina triste per il partito». Il sub-commissario del Pd della Federazione bruzia stenta a digerire l’esito delle elezioni per la presidenza della Provincia di Cosenza.
Il Partito Democratico esce con le ossa rotta. Cosa non ha funzionato?
«Le divisioni non portano mai a niente e nessuno è riuscito a convincere Stasi, che non è un tesserato del Pd, a fare un passo indietro. Il nostro candidato era Nociti».
Stasi è stato in un certo senso sedotto e abbandonato, l’errore non ritiene sia stato fatto a monte?
«Ha fatto un’operazione legittima di avvicinamento al Partito Democratico, ma era un percorso ancora tutto da scrivere. Si stava lavorando in questa direzione, ma nulla è stato mai deciso, tanto che quando ci furono le elezioni per il Consiglio provinciale evidenziammo che l’argomento presidente sarebbe stato affrontato in un secondo momento. Il Pd ha poi trovato la convergenza su Nociti, che tra le altre cose all’epoca fu il più votato».
La candidatura di Nociti, però, faceva anche parte del ticket Locanto-Pecoraro partorito a Roma. Lei dovrebbe conoscerlo bene…
«Oggi è facile scaricare le responsabilità sull’area commissariale. Ma Boccia, perché capisco che si riferisce a lui, ha benedetto un accordo su indicazione della classe dirigente. Sul congresso non mi esprimo: la Commissione di garanzia nazionale deve ancora dire la sua sui ricorsi. Quindi: va bene l’autocritica per la sconfitta, ma non c’è nessuno con più o meno colpe di altri».
Dai conteggi mancano dei voti, ritenuti “sicuri”, nelle grandi città e nella fascia D dove era il centrosinistra ad avere in mano il pallino del gioco.
«Alcuni nostri amministratori di questa fascia hanno votato per la Succurro, credo sia pacifico. Per ciò che concerne i grandi comuni chi ci assicura che le preferenze disperse non siano di Cosenza piuttosto che di Rende o Corigliano Rossano? Il voto è segreto».
Insomma è l’ennesima occasione persa dal Pd per ritrovare un’unità che forse non ci sarà mai…
«Era un’elezione di secondo grado ed hanno influito anche alcune divergenze tra gli amministratori stessi del Pd, che ad ogni modo ringrazia Nociti per l’impegno profuso e la signorilità dimostrata. L’unità si potrà sempre trovare in futuro».
Anche con Stasi che oggi ha mandato un messaggio?
«Un percorso di avvicinamento ad un partito non si compie facendogli perdere le elezioni…».