La «novità», non solo elettorale, ma soprattutto politica del Paese. Che aspira ad occupare quella terra di nessuno lasciata dal centrosinistra e dal centrodestra per porre le solide basi del Terzo Polo, entrato a livello europeo nella grande famiglia dei liberali guidati dal francese Stéphane Séjourné (del partito Renaissance di Emmanuel Macron).

Così Marco Lobardo, senatore eletto al plurinominale emiliano, ma calabrese di Martone – paesino della Locride, in provincia di Reggio Calabria – ha posizionato Azione e Italia viva nello scacchiere politico italiano. Ospite di Pasquale Motta nel corso della striscia d’informazione quotidiana “Dopo la notizia”, Lombardo ha dipinto lo scenario politico attuale.

Lombardo: «Interpretiamo un’opposizione di merito»

«Noi siamo la vera novità delle elezioni. Perché Italia viva e Azione, non a caso, avevano una dicitura sotto “Calenda leader” che è quella di “Renew Europe” che è una famiglia politica europea che in qualche modo si distingue rispetto a quella che è l'esperienza del partito socialista francese. Nel panorama del cosiddetto fronte progressista italiano, il Partito Democratico si sta sempre di più schiacciando verso posizioni massimaliste di centrosinistra. Mentre dall'altra parte abbiamo una destra sempre meno liberale e sempre più a trazione sovranista, perché i voti che sono stati presi dal centrodestra alle elezioni, in realtà, sono un trasferimento di voti dalla Lega e da Forza Italia verso Fratelli d'Italia, pur con qualche eccezione regionale come per esempio la Calabria dove invece Forza Italia mantiene un suo ruolo molto forte».

Per Lombardo in questo contesto «c'è uno spazio che è proprio quello del Terzo Polo in cui forze liberali, socialiste, popolari, si riconoscono in un modo diverso di interpretare la politica, quindi non come scontro ideologico tra destra e sinistra. Noi abbiamo cercato di interpretare un'opposizione di merito: se una cosa è giusta anche se la fa un governo di centrodestra che noi avversiamo nelle elezioni, noi votiamo favorevolmente. Come abbiamo fatto oggi in aula sul rifinanziamento del sostegno all'Ucraina. Sostegno non solo economico, non solo umanitario, ma anche sostegno militare».

D’altra parte è proprio questa, per Lombardo, la differenza rispetto alle altre opposizioni in Italia. «Noi stiamo facendo un'operazione culturale di dire attenzione andiamo nel merito delle cose, le cose che ci convincono dal governo, noi siamo pronti a votarle favorevolmente ma non perché vogliamo entrare nella maggioranza, vogliamo fare la stampella, perché crediamo che sia giusto agli italiani. D'altra parte se ci sono delle cose che noi riteniamo essere fondamentali noi le mettiamo a disposizione di tutti. Questo significa fare opposizione nel merito delle cose e non solo un'opposizione ideologica».       

Lombardo giudica poi i “cento giorni” del governo «assolutamente deludenti» soprattutto se si guarda alle nuove misure simboliche dell’esecutivo. «Penso al Dl Rave, penso al tema dell'immigrazione, cioè sono provvedimenti bandierina che il governo deve agitare per in qualche modo dimostrare al proprio elettorato quella identità di cui si è pregiata».

Lombardo: «Rincaro carburanti? Colpa del governo»

«La credibilità in politica, soprattutto per i politici, è la loro moneta. Quando tu hai interpretato il ruolo di opposizione per anni come ha fatto la Meloni, dicendo che la componente principale del costo della benzina è dovuto alle accise, e chiedendo quindi di intervenire per ridurre le accise, nel momento in cui è andata al governo invece di mantenere fede alla propria parola, è venuta meno»

Lombardo commentando il rincaro dei prezzi del carburante non assolve il governo - «sono loro stessi i responsabili» ripete - reo di non aver prorogato una misura che era stata prevista dal governo Draghi che consentiva il calmieramento dei prezzi.

Lombardo: «Grave errore mischiare Autonomia e presidenzialismo»

Analizzando i fatti di Brasilia, preceduti da quelli di Washington, Motta ricorda il fondo a firma Lombardo apparso sulle pagine del Foglio per chiedere spiegazioni del nesso esistente tra quello che si sostiene dall’opposizione e il populismo. E Lombardo condanna chi «viola la sacralità delle istituzioni»: «Sono contento del fatto che l'Italia abbia un governo politico – argomenta -. Cioè un governo che è stato frutto della volontà popolare, uscita dalle elezioni. Poi è un governo molto distante da quello che è il mio campo valoriale, ma io credo che il rispetto della volontà sovrana del Popolo sia fondamentale»

Quando il discorso scivola sul dibattito sorto attorno al presidenzialismo, Lombardo appare netto, soprattutto in relazione al metodo che si sta usando: «Sinceramente, discutere in maniera grossolana di autonomia differenziata, mettendoci in mezzo magari il presidenzialismo come moneta di scambio, lo trovo un grave errore politico di questo governo».

«Una delle poche cose che alle quali noi italiani facciamo affidamento, come ruolo di garanzia – spiega il senatore - è quello del Presidente della Repubblica, che in qualche modo è una guida della comunità territoriale in quanto tale. Credo che mettere il tema del presidenzialismo all'interno di un negoziato politico in cui c'è dentro anche l'autonomia differenziata sia un grandissimo pasticcio. Che poi la macchina amministrativa politiche italiana vada aggiornata, lo dimostrano i fatti. La legislazione in Italia ormai si fa solo attraverso il governo, attraverso la decretazione d'urgenza. Allora noi dobbiamo assumere il fatto che siamo in un monocameralismo ormai di fatto».

Lombardo: «Tutelare i cittadini dall’abuso delle intercettazioni»

«Ho un profondo rispetto per la magistratura italiana e per I magistrati italiani». Esordisce così Lombardo quando il tema di discussione è l’universo giustizia. D’altra parte il senatore è figlio di un famoso giudice Antimafia proprio calabrese, da cui ha ricevuto una formazione giuridica per cui il rispetto della magistratura non è solo forma, ma è sostanza.

«Ho sempre pensato che il magistrato, proprio perché al servizio dei cittadini, e garante dell'applicazione dell'interpretazione della legge, debba avere un ruolo distinto dall'attività politica. Per molti anni, la magistratura ha sopperito a un vuoto e ad una lacuna della politica nella propria incapacità di autoriformarsi. Io credo che sia fondamentalmente un principio di garantismo in Italia, proprio perché I magistrati possono lavorare e concentrare le proprie attività su fatti ovviamente diciamo difficili da gestire, pericolosi. Penso per esempio al contrasto alle organizzazioni criminali. Quindi noi abbiamo bisogno di anche garantire trasparenza, garantire i diritti dei cittadini e le libertà dei cittadini contro un abuso delle intercettazioni telefoniche. Non perché vogliamo limitare la capacità dei magistrati di svolgere le loro indagini, ma perché non è possibile che il processo si svolga più presso l'opinione pubblica che non nei Tribunali».

Da questo punto di vista, secondo Lombardo, il ministro Nordio - «che è un magistrato, che ha una tradizione anche liberale» - si sta ponendo in una posizione che convince il Terzo polo, almeno dal punto di vista concettuale. «Mi sembra però che sia in difficoltà per la propria maggioranza. Perché mi sembra che l'idea garantista di Nordio in realtà entri in conflitto con alcune delle norme bandierina di cui prima parlavamo. Pensiamo al DL Rave. Non credo che abbia fatto piacere allo stesso ministro. Quindi vedremo se questa riforma della Giustizia andrà nel solco che dice Nordio oppure nel Solco di altre forze della maggioranza».