«Sappiamo che non è un percorso facile, è un percorso lungo, anche faticoso, è una montagna da scalare, ma siamo certi che lo spazio politico c'è e si allargherà sempre di più».

Lo ha detto la presidente di Azione, Mara Carfagna, parlando con i giornalisti a margine di una conferenza stampa a Gizzeria (Catanzaro), con riferimento al percorso politico di Azione.

«Perché da un lato – ha sostenuto Carfagna - c'è un governo che è incagliato sui grandi progetti – penso a esempio al Pnrr e alle riforme collegate – un governo poco efficace anche nel mantenere le promesse fatte in campagna elettorale – penso a esempio al tema dell'immigrazione, e lo dico in una terra che qualche settimana fa ha pianto una enorme tragedia, quella di Cutro. Quanti italiani, milioni di italiani, hanno votato a destra sperando che con il blocco navale millantato per anni gli sbarchi si sarebbero azzerati, e invece gli sbarchi sono più che triplicati, a dimostrazione che la propaganda non regge una volta che si arriva alla prova del governo».

«Dall'altro – ha aggiunto la presidente di Azione - c'è il Pd, il cui nuovo corso disorienta i riformisti di quell'area che pensavano di trovare un'alternativa ai populismi della destra e invece si trovano un Pd che scivola sempre di più verso il populismo del M5s. Quindi il nostro spazio c'è, si tratta di occuparlo con pazienza, con intelligenza e con capacità operative, ed è quello che faremo».

Il risultato elettorale delle Regionali in Friuli «ci indica una strada». «Quello che deve farci riflettere – aggiunge Carfagna - è il dato dell'astensionismo: ha votato meno del 50% degli elettori, vuole dire che si sono recati alle urne quegli elettori prevalentemente mobilitati dagli apparati di partito, quindi hanno vinto quei partiti che potevano contare su un apparato che ha mobilitato gli elettori. Il nostro è un partito giovane, deve ancora radicarsi, inizamo a farlo sui territori, a esempio qui in Calabria scommettendo su due consiglieri regionali. Naturalmente abbiamo sindaci bravissimi, consiglieri comunali, ma è un lavoro che si costruisce nel tempo ed è quello che noi vogliamo continuare a fare, lo faremo nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Poi naturalmente – conclude la presidente di Azione - le elezioni regionali sono sempre elezioni molto difficili per un partito di opinione come il nostro. Però, non demordiamo, andiamo avanti, consapevoli che lo spazio per un polo liberale, moderato, riformista come il nostro c'è e continuerà sempre di più».

«Sul Pnrr chiediamo chiarezza per il Sud»

«Chiediamo trasparenza e vogliamo sapere soprattutto cosa ne sarà del 40% dei fondi da destinare alle Regioni del Mezzogiorno».

Per la Carfagna «ci sono due modi di stare al governo. Uno è quello di lavorare per realizzare i progetti, affrontare i problemi, e sappiamo che nell'attuazione del Pnrr gli ostacoli sono tantissimi, non lo vogliamo nascondere. Poi c'è un altro modo di stare al governo, che è quello invece di fare allarmismo e lavorare magari per vincere le prossime elezioni e non per risolvere i problemi. Questo governo in questi mesi si è perso più nelle polemiche sui rave, sulle Ong, sul dibattito sul fascismo, che sul Pnrr. E i risultati si vedono, perché il dossier è praticamente fermo: a distanza di sei mesi – spiega la presidnete di Azione - non sappiamo quali sono i capitoli che vogliono cancellare o riscrivere. Io ricordo che noi, in meno di un mese, ereditammo il Piano scritto dal governo Conte 2 non dicendo “però non lo abbiamo scritto noi, è impossibile realizzarlo” e quindi perdiamo i soldi che ci arrivano dall'Europa: no, ci mettemmo a lavorare a testa bassa, riscrivemmo quello che era possibile riscrivere e soprattutto presentammo nei tempi prestabiliti il Pnrr a Bruxelles perché Bruxelles lo approvasse, perché eravamo consapevoli che si tratta di un grande piano di investimenti, il più grande dal dopoguerra in poi, per modernizzare le nostre infrastrutture, le nostre ferrovie, le nostre scuole, i nostri porti, i nostri presidi sanitari».

«Qui – rimarca Carfagna - rischia di saltare l'architrave più importante del Pnrr, lo dico qui dalla Calabria, dal Sud: rischia di saltare quel vincolo del 40% dei fondi destinati al Mezzogiorno, che noi avevamo individuato come strumento per ridurre i divari territoriali, facendo un lavoro molto difficile di sostegno, di monitoraggio 24 ore su 24, di assistenza alle amministrazioni locali».

«Con il sindaco Sala ci siamo già amichevolmente scontrati l'anno scorso quando lui affermò che i soldi del Pnrr non spesi al Sud sarebbe stato giusto devolverli al Nord: già allora ebbi modo di spiegarli che quei soldi servono al Sud per ridurre i divari con il Nord», continua Carfagna che afferma: «Bisogna fare di tutto perché restino al Sud».

«Non siamo contrari al Ponte sullo Stretto»

«Noi non siamo contrari al Ponte sullo Stretto. Oggi però leggo di un grande colosso cinese interessato alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Salvini smentisca che il progetto del Ponte possa essere affidato a un colosso cinese. Non devo spiegare il perché». 

«Il disegno di legge di Calderoli rischia di penalizzare il Sud»

«Non siamo contrari all'autonomia, io personalmente non sono contraria, però mi limito o osservare che il disegno di legge Calderoli rischia di penalizzare il Sud perché la definizione dei Lep è demandata a una commissione di saggi, di esperti, di oltre 60 persone, ma non sono però finanziati».

Per Carfagna «dire 'superiamo la spesa storica' è assolutamente condivisibile, ma per superare la spesa storica e definire i Lep c'è bisogno di finanziarli e di stanziare le risorse. Quello che noi avevamo fatto con il governo Draghi, su mia proposta: erano stati definiti dalla commissione tecnica fabbisogni standard, perché c'è già una commissione tecnica che si occupa di definire i livelli essenziali delle prestazioni. Poi, il compito della politica è quella di stanziare le risorse, e noi stanziammo qui due miliardi per finanziare tre livelli essenziali delle prestazioni: per gli asili nido, per il trasporto scolastico degli studenti con disabilità e per gli assistenti sociali. Questo governo invece si limita a dire che i Lep verranno definiti ma il disegno di legge prevede che sia a costo zero questa autonomia».

«Questa – ha aggiunto la presidente di Azione - mi sembra una presa in giro per il Sud. Soprattutto questa autonomia rischia di non avvantaggiare il Nord. Io sono stata in Veneto venerdì e molti imprenditori mi dicevano 'ma è possibile che oggi dopo la pandemia e dopo la guerra Russia in Ucraina con la crisi energetica che ne è conseguita ancora pensiamo di devolvere alle Regioni 23 materie tra cui l'energia, le grandi reti di trasporto, il commercio con l'estero, i rapporti con la Ue e quindi rischiamo di doverci interfacciare con oltre 20 sistemi diversi, burocrazie diverse su temi così importanti che lo Stato farebbe bene ad avocare a sé'? Quindi non siamo contrari all'autonomia ma – ha concluso Carfagna - siamo fortemente perplessi su come l'autonomia è stata impostata da questo governo».