I parlamentari del Movimento 5s chiedono al ministero di spiegare una scelta che sembra illogica. In linea il consigliere regionale Giuseppe Graziano: «Inammissibile»
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Cresce il malcontento nella Sibaritide dopo l’annuncio dell’arrivo della nave “GNV Aurelia”, allestita per regimi di quarantena legati al Covid. Scongiurato il rischio della realizzazione di un capannone nell’area antistante l’area portuale di Corigliano, ora si prospetta una ipotesi che rischia da far sprofondare il turismo jonico. I sanitari fanno sapere di non essere attrezzati a fronteggiate la gestione di una tale emergenza per mancanza di reparti indispensabili a partire dalla divisione di Infettivologia che lo spoke di Corigliano Rossano non ha.
I parlamentari 5s: «Il ministero spieghi la logica di questa scelta»
Insorge la deputazione parlamentare nazionale e regionale del territorio, che sottolinea la gravità della decisione assunta. In particolare i parlamentari Francesco Forciniti (M5S Camera), Elisa Scutellà (M5S Camera), Rosa Silvana Abate (M5S Senato) chiedono lumi: «Il Dipartimento per l’Immigrazione del Ministero degli Interni e il Comando Generale della Capitaneria di Porto hanno il dovere di spiegare al territorio della Sibaritide per quale motivo si sia deciso, nel pomeriggio di ieri, senza alcun preavviso e senza la benché minima condivisione con le istituzioni locali, di cambiare la destinazione della nave quarantena per il Covid, che secondo i piani iniziali avrebbe dovuto essere allestita presso il Porto di Gioia Tauro e non al Porto di Corigliano-Rossano. Devono spiegare per quali ragioni sopravvenute si sia ritenuto di sovvertire dall’oggi al domani la scelta precedente, che sembrava molto più logica e razionale. Il Porto di Gioia Tauro, difatti, si presta meglio ad un simile progetto perché geograficamente più prossimo alle rotte del Mediterraneo; perché molto più grande e agevole; perché tecnicamente e infrastrutturalmente molto più attrezzato – anche grazie ai recenti investimenti milionari e alla grande attenzione per quel sito dell’attuale governo – mentre al Porto di Corigliano-Rossano manca persino l’acqua potabile e in alcune aree anche la corrente elettrica; perché più distante dai centri abitati. Non si possono calare queste decisioni dall’alto al nostro territorio, che merita maggiore rispetto e dignità, senza motivazioni tecniche che siano minimamente credibili. Per tale motivo abbiamo segnalato la nostra contrarietà a tale scelta».
I parlamentari Cinquestelle auspicano «che le istituzioni competenti rivedano una decisione che mortificherebbe tutti. Mortificherebbe quelli che dovranno essere gli ospiti della nave, ai quali si rischierà di non poter garantire condizioni accettabili durante la quarantena a causa dei problemi del Porto di Corigliano-Rossano. E mortificherebbe anche la logica e la razionalità delle cose, perché si contravverrebbe in maniera clamorosa al principio di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, in ragione di misere valutazioni di peso politico che noi onestamente non ci sentiremmo di appoggiare e fare nostre».
Graziano (Udc): «Inammissibile»
Per il presidente del gruppo Udc in Consiglio regionale Giuseppe Graziano «è inammissibile tale scelta perché adottata senza la preventiva e necessaria concertazione con il territorio e con le istituzioni che lo rappresentano. Bisognerà trovare una nuova collocazione per l’imbarcazione, atteso che Corigliano-Rossano ed il territorio della Sibaritide, al momento, non hanno gli strumenti sanitari e strutturali adeguati per far fronte a questa emergenza».
«In questo particolare momento storico - continua il consigliere regionale - Corigliano-Rossano ha a malapena gli strumenti sanitari idonei a sopravvenire alle esigenze dei cittadini in regime di normalità. Cosa succederebbe se questa povera gente in quarantena sulla nave dovesse sentirsi male o, peggio, se contagiati dovessero peggiorare la loro condizioni clinica? In quale ospedale si potrebbero curare? Sicuramente in nessuno ospedale degli ospedali del territorio. E nel caso di trasferimento in altra sede chi garantirebbe l’attuazione del rigidi protocolli anti-contagio considerate le condizioni logistiche a terra? Si pone, poi, un problema di sicurezza in un territorio in cui i presidi di pubblica sicurezza sono, sì, in attesa di essere potenziati ma in questo momento rimangono sottodimensionati. Nel caso di una fuga dalla nave chi riuscirebbe ad intercettare i fuggitivi dal momento che il porto di Corigliano-Rossano si trova a ridosso di una pianura vastissima, la più grande della Calabria, con molteplici vie di fuga? È chiaro che siamo di fronte ad una soluzione frettolosa che va urgentemente rivista soprattutto facendo leva sulla compattezza di tutti i rappresentanti istituzioni del territorio».