«Mentre si celebrano le convenzioni di circolo, fra operazioni di voto in tempi record, e chili di verbali redatti a tavolino, cominciano ad emergere dati incontrovertibili sulla ipocrisia che regna sovrana sul partito democratico calabrese». È l’attacco del presidente dell'Assemblea provinciale di Vibo Valentia del Partito Democratico  Michele Mirabello della mozione Cuperlo attraverso una nota stampa.

«Si apprende così, in queste ore, che lo stesso rigore formalistico e le stesse inflessibili regole statutarie si applicano alla lettera con gli avversari congressuali e si interpretano a piacimento con gli amici di Irto. Infatti, emblematici su tanti esempi alcuni casi assolutamente singolari».

«Il primo, quello di Luigi Muraca, candidato nelle regionali del 2020 con il centrodestra, che viene accolto nelle anagrafi del partito democratico lametino senza colpo ferire, ed in barba a regole, regolamenti, cavilli ed interpretazioni da Corte di Cassazione. Sempre a Lamezia, alla convenzione di circolo addirittura illustra la mozione Bonaccini Felicia Villella, candidata contro al Pd alle elezioni amministrative nelle liste di Piccione».

«Allo stesso modo, sempre a Lamezia, l'anagrafe è "arricchita" dalla presenza di Teresina Calidonna, prima dei non eletti nelle liste di Mascaro. Inutile sottolineare che a Lamezia si è votato nel 2019 con replica su 4 seggi nel 2020».

«Altro caso ancora più eclatante. A Bagnara Calabra il partito "unito aperto e inclusivo" è di fatto costretto a tesserare, nonostante le formali segnalazioni del locale circolo ai livelli superiori, Felice Maceri e Francesco Oliverio, che appena qualche mese fa, in dissenso con le formali determinazioni del Partito democratico di Bagnara,  che ha contribuito alla coalizione guidata da Adone Pistolesi, poi risultata vincente, si sono candidati nella lista di centrodestra guidata da Mario Romeo, ex vicesindaco di Gregorio Frosina».

«Dunque candidati di primissimo piano della destra calabrese entrano a pieno titolo a far parte del partito democratico e possono liberamente esprimersi nelle convenzioni in barba alle regole, ai codici ed ai codicilli. Tutto ciò mentre a personalità storicamente legate al mondo della sinistra e del partito democratico calabrese, che avevano deciso di partecipare alla fase costituente, questo diritto è ostinatamente negato».

«Fatti e circostanze che dimostrano lo strabismo ed il doppiopesismo del Partito Calabrese e che evidenziano ancora una volta la scarsa credibilità di un gruppo dirigente e di un segretario regionale chiusi al cambiamento ed alla rigenerazione di questo partito ed arroccati sui vecchi metodi che hanno portato il partito sull'orlo di una sostanziale dissoluzione».

«Piuttosto che preoccuparsi di ricostruire aprendo ed includendo forze e soggetti di limpida storia e collocazione democratica e di sinistra, il cerchio magico che guida questo partito in Calabria è in sostanza preoccupato di fare pressioni sulle commissioni congressuali per riproporre vecchie logiche di potere inconciliabili con quello che avrebbe dovuto essere un vero congresso costituente».