Le bocche da sfamare sono 200 in meno ma il conto da pagare è ancora più salato di quanto fosse prima del taglio dei parlamentari. Il paradosso emerge dai conti della Camera dei deputati: le spese corrono e per il Fatto Quotidiano «il salasso per i menu è degno di gole pantagrueliche: per apparecchiare in tavola o all’impiedi alla buvette, nel 2025 la spesa prevista a Montecitorio salirà a quota 3,4 milioni di euro, con un aumento rispetto alle previsioni del 2024 dell’11 per cento».

Prima del taglio dei parlamentari, la previsione di spesa per il servizio di ristorazione era pari a 2,1 milioni di euro: l’appetito, stando alle cifre, è cresciuto: già nel bilancio 2023-2025 (il primo della legislatura in corso) la spesa per ristorazione alla Camera era in crescita a 2,3 milioni e a quota 2,6 milioni nelle previsioni 2024-2026. Ora nel triennio fino al 2027 la spesa sfiora i 3,4 milioni a evocare un nuovo odor di casta oltre che di cucina.

Insomma, addio tagli. Nonostante l’attesa di risparmi legata alla sperimentazione dei prodotti a chilometro zero di Coldiretti. E non è servita neppure l’assunzione di più di 300 lavoratori prima appaltati a ditte esterne, a partire proprio dalla ristorazione. I costi, invece di diminuire, crescono.