Catanzaro - Quando il gioco si fa duro serve mostrare i muscoli. Anche e soprattutto per dimostrare che la Calabria non è in vendita. Anzi in svendita. E fino a questo punto, Mario Oliverio lo ha fatto appoggiato da tutto il partito alla punta dello stivale. Renziani in primis.

Ieri a Roma il candidato del centrosinistra alla guida della regione ha ribadito senza se e senza ma il suo no secco ad ogni intesa con il Nuovo Centro Destra della famiglia Gentile ed anche con l'Udc definendola una proposta "irricevibile". Lo ha fatto mettendo un punto fermo ad ogni ricatto.  L'ex presidente della provincia di Cosenza ha posto anzitutto un problema politico. Ovvero la necessità di dimostrare ai calabresi che da qui in avanti si agirà in netta discontinuità rispetto alla precedente legislatura. Un concetto scontato. Una banalità sbandierata ai quattro venti. Eppure, questa ovvietà stenta ad affermarsi tra le file dell'esecutivo Renzi visto che le riforme promesse dal premier passano per il giudizio degli alfaniani.

Insomma, in gioco c'è la tenuta del governo nazionale.  A ribadirlo ieri a largo del "Nazareno" Lorenzo Cera e soprattutto Gaetano Quagliariello, l'uomo che avrebbe utilizzato la famiglia Gentile per mettere Ko Scopelliti alle ultime elezioni europee. E che ora parla per conto del potentato bruzio. Perchè a quella famiglia deve dare risposte. Inquietante l'ipotesi di una crisi al buio, prospettata dal partito del ministro dell'Interno. Addirittura, a sentire i rumors pare che oggi il senatore Antonio Gentile potrebbe ritirare la delegazione dal governo, facendo cadere l'esecutivo. Una catastrofe! O forse niente di tutto ciò...

Entro dodici ore la partità, infatti, si chiuderà. E senza scossoni dell'ultimo istante, Udc ed Ncd dovranno mettersi a lavoro per formare liste proprie, in vista di una possibile corsa in solitaria. In alternativa a correre da sola sarebbe Sel, con Gianni Speranza che ha già posto precisi paletti rispetto a un allargamento del perimetro della coalizione. (tf)