Il centrodestra prova a trovare la via per sistemare il puzzle delle elezioni regionali. Non soltanto quelle della Calabria, ma anche delle altre regioni che a breve saranno chiamate alle urne.

Matteo Salvini sta riunendo i suoi in queste ore a Roma e ha intenzioni di esercitare in pieno la golden share che gli deriva dall’essere il primo partito del centrodestra. Il leader sta sollevando in Emilia Romagna una questione di legalità nei confronti del candidato del Pd Stefano Bonaccini che verrebbe convocato in Commissione nazionale antindrangheta per rispondere delle risultanza dell’inchiesta Aemilia sulle presunte infiltrazioni della malavita in Regione.

 

Il leader del Carroccio arringa poi per avere il massimo della partecipazione il prossimo 19 ottobre a Roma dove ha scelto piazza San Giovanni, storica piazza della sinistra, per dare una nuova dimostrazione di forza e consegnare un forte messaggio a Giuseppe Conte. Alla manifestazione è certa la presenza di Giorgia Meloni, mentre Silvio Berlusconi non ha ancora deciso il da farsi. Probabilmente invierà Antonio Tajani e qualche altro big per tenere le mani libere e non precludersi qualunque strada.

 

L’atteggiamento ondivago di Fi, sospesa tra l’emorragia di consensi e la voglia di Renzi, è sempre meno tollerato dai leader sovranisti che accettano sempre meno la vecchia politica del cavaliere.

 

Anche per questo la discussione sulle regionali è impantanata e numerose riunioni dei big sono saltate o rinviate. In Calabria si è fermi alla bocciatura di Mario Occhiuto a Cosenza da parte di Salvini che ha chiesto un candidato nuovo e la ferma presa di posizione del coordinamento regionale del partito che ha scritto un documento, senza la firma di Sergio Abramo, per ribadire la scelta del sindaco del capoluogo bruzio. Documento che, per il momento, non ha sortito gli effetti sperati.

 

Tanto da dover coinvolgere in prima persona Roberto Occhiuto che sta conducendo un ultimo tentativo di mediazione. Dopo aver incontrato Renato Brunetta gli ha affidato speranze e scelte del coordinamento calabrese che, però, deve fare i conti anche con la fronda interna.

 

Sergio Abramo che non ha firmato il documento pro Occhiuto è alla finestra e forte dei suoi ultimi contatti con Salvini spera di poter essere lui il candidato azzurro se la Calabria dovesse toccare a Fi.

 

Già perché il nodo della questione è proprio questo. Nelle ultime settimane e nelle ultime ore si è riaperta completamente la scelta sulle Regioni e Lega e Fdi hanno intenzione di scegliere prima di Fi, anche in considerazione dei rispettivi consensi. E l’interesse della Lega sulla Calabria è sempre più forte, mentre Fi potrebbe optare per Toscana e Campania, rinunciando alla Calabria dove peraltro il partito ha individuato una candidatura indigesta sia per Lega che Fdi che aspetta l’occasione giusta per lanciare Wanda Ferro.

 

Le febbrili trattive proseguiranno nelle prossime ore con Fi Calabria che deve passare prima dal convincere l’entourage di Berlusconi ad indicare il nome di Occhiuto e poi arrivare al tavolo nazionale con Lega e Fdi.

 

Una strada in salita considerando che molti big nazionali stanno iniziando a veicolare il messaggio che la Calabria spetterà alla Lega. Che poi era il messaggio che Antonio Tajani aveva dato alla stampa nazionale in una dichiarazione poi smentita, ma che forse aveva in sé più di un fondo di verità.