«Non sarà una competizione semplice. E si presenta sotto il profilo dell’incertezza, ancor più alla luce delle dinamiche di una nuova Città nata dalla fusione di due importanti realtà». Parte da qui la disamina di Cesare Marini, volto storico della sinistra calabrese colui che l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro definiva “l’uomo mite”, già parlamentare della repubblica e oggi commissario straordinario del Partito democratico di Corigliano-Rossano. Proprio li dove appena nell’inverno scorso, “insorsero i ribelli” di quelle segreterie cittadine che avviarono autonomamente i congressi del partito. Li dove il Partito democratico è sempre in fase di rinascita e rilancio, dove esiste una buona base giovanile ma dove ci sono anche divisioni e frizioni. Forti.

«Quello del 26 maggio – dice Marini – è un turno elettorale che va al di là dell’episodio locale. Andrà al voto una città di 80mila abitanti» e sicuramente il sentiment delle urne, come lascia intendere l’ex senatore, sarà indicativo anche per tutti gli altri appuntamenti a seguire. «Poi c’è questa avventura vera e propria: due grossi centri che si sono uniti. È un fatto di notevole importanza perché questa realtà diventa ora il punto di riferimento di uno dei territorio più importanti della Calabria. La Piana di Sibari è sicuramente il polmone economico della nostra regione». Non a caso è la fusione di comuni più importante d’Europa.

«Il Pd darà un contributo fondamentale»

Ma in questo contesto nuovo, che guarda oltre l’ormai storico steccato territoriale, c’è anche una realtà come il Partito democratico che è in corsa per l’ennesima fase rigenerativa. «Noi daremo un contributo fondamentale alla nuova Corigliano-Rossano – dice sicuro Marini – intanto perché il candidato a sindaco del centro sinistra è un iscritto del Partito Democratico, perché Promenzio è un nostro iscritto, e quindi abbiamo la possibilità di avere un sindaco che sia espressione diretta del partito. Per quanto è giusto, in una realtà complessa, far avanzare un’amministrazione moderna. E quindi, facendo in modo che dopo la fusione nasca un evento amministrativo che sia in grado di pilotare questa grande realtà ed il suo territorio che – ribadisce il commissario cittadino del PD – è uno tra i più ricchi della Calabria».

«La scelta di rinunciare al simbolo voluta da Promenzio»

C’è stata, però, nel vento del cambiamento che ha avvolto anche i democrat di Corigliano-Rossano, una scelta del PD: quella di concorrere senza simbolo. È stata, questa, una scelta del candidato sindaco contro la quale la direzione del partito poco ha potuto. E Marini spiega anche il perché. «Non abbiamo rinunciato all’identità del partito. È solo che quando sono arrivato a Corigliano-Rossano, nel febbraio scorso, mi sono trovato in una situazione per la quale, il candidato a sindaco iscritto del PD – rimarca ancora Mariniaveva concordato con le liste civiche che non ci sarebbero stati simboli di partito». Una scelta di forma più che di sostanza, insomma, condivisa a piena dalla federazione provinciale e regionale che hanno così ripiegato su un logo di partito “civico” ma che nei tratti somatici richiama molto quello del Partito Democratico. «Abbiamo onorato questo accordo preso con la coalizione ma il PD nella coalizione non solo c’è, esprime il candidato sindaco ed ha una sua lista (Democratici Corigliano-Rossano) con un simbolo che richiama quello del PD. Ma questo perché c’è stata appunto un’intesa che ha preceduto il mio arrivo».