Per come la vede Maria Elena Boschi, l’alleanza di centrodestra è già destinata a rompersi. E forse il divorzio sarebbe già maturato se l’appuntamento con le urne di domenica prossima non prevedesse il voto congiunto e quindi l’obbligo di estendere la preferenza espressa per una lista anche al candidato della coalizione a cui quella lista appartiene.

Il bivio dei moderati

Ma, sostengono anche gli osservatori, quando sulle elezioni calerà il sipario e bisognerà andare alla formazione della maggioranza di Governo, Forza Italia ed anche i centristi di Maurizio Lupi, pure sulla base delle percentuali riscosse, potrebbero guardare più volentieri in direzione di Calenda e Renzi piuttosto che di Salvini e Meloni. Maria Elena Boschi ne è convinta e lo ha ribadito pure a Rende, a margine di un incontro con una delegazione degli studenti dell’Università della Calabria.

Continua contrapposizione

«Io credo che Forza Italia sia molto a disagio insieme a Meloni e Salvini. Basti pensare che ogni giorno c’è un controcanto di qualcuno dentro al centrodestra. Da ultimo abbiamo visto Forza Italia dover prendere le distanze da Meloni e Salvini che in Europa hanno votato con l’estrema destra a favore di Orban, andando quindi a difendere gli interessi dell’Ungheria e non quelli del’Italia. Ma possiamo parlare di una contrapposizione continua, come sullo scostamento di bilancio, sui temi delle tasse, delle bollette, delle sanzioni alla Russia. Di fatto sono divisi su tutto».

Debito ipoteca il futuro

All’incontro, promosso dall’attivista di Terzo Polo Francesco Palermo, hanno tra gli altri partecipato i candidati Ernesto Magorno, Annunziata Paese e Carla Capocasale. Maria Elena Boschi, capolista nel plurinominale alla Camera in Calabria, ha poi messo in guardia i giovani universitari che hanno partecipato all’incontro, sul rischio che possano essere proprio loro a pagare domani e a caro prezzo le odierne scelte della politica, specie in termini di indebitamento. Secondo l’esponente di Italia Viva, candidata in Calabria nel Terzo Polo di Calenda e Renzi, la tentazione di ipotecare il futuro delle nuove generazioni per offrire risposte immediate alla crisi, ma di corto respiro, è concreta.