I primi cittadini di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio Calabria firmano una nota congiunta per stigmatizzare le accuse del governatore ai Comuni: «Gogna social non accettabile, tradito il rapporto di fiducia tra istituzioni»
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«Il mare è di tutti, certo, ma quando le cose vanno meno bene è colpa dei sindaci». Non è proprio andata giù l’autodifesa del presidente Roberto Occhiuto, che con un video sui social ha puntato il dito contro i Comuni, a suoi dire non in linea con le direttive della Regione in materia di lotta all’inquinamento.
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Un tema incandescente, perché sono tante le segnalazioni degli ultimi giorni, soprattutto sulla costa tirrenica, di bagnanti e vacanzieri che lamentano mare sporco e impossibilità di godersi le ferie. Così, dopo le numerose reazioni che si sono affastellate ieri nelle redazioni, oggi a rincarare la dose sono i sindaci Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Vincenzo Voce (Crotone) e Paolo Brunetti (Reggio Calabria), che hanno vergato una nota congiunta.
All'appello manca solo Maria Limardo, sindaco di centrodestra del quinto capoluogo di provincia calabrese, Vibo Valentia. A dimostrazione del fatto, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che alla fine si riduce sempre tutto a una questione politica, nonostante il mare non sia di certo più pulito nel Vibonese, che condivide le stese problematiche degli altri territori costieri.
La nota dei sindaci
«Quando le cose non vanno bene è colpa dei sindaci – scrivono i sindaci dei quattro comuni capoluogo -. Si può riassumere così il video che il presidente della Regione ha diffuso sui social, attaccando frontalmente i primi cittadini per i problemi imputabili agli scarichi abusivi e alla cattiva depurazione. Un’uscita che apre una voragine nei rapporti con i Comuni calabresi che, se è vero siano responsabili della gestione dei depuratori, sicuramente non sono nelle condizioni economiche ed operative per poter risolvere un problema così grande. L’aver trasferito delle somme ai Comuni per interventi in via d’urgenza nelle scorse settimane, tra l’altro insufficienti per far fronte a criticità ormai strutturali del settore, è una scelta comunque apprezzabile ma non può assolutamente essere utilizzata dal Presidente Occhiuto come la “scusa” per scaricare ogni responsabilità sui sindaci che, su questo come altri argomenti, sono lasciati spesso soli al loro destino».
E ancora: «La strumentalizzazione social non può essere una pratica accettabile dal punto di vista istituzionale, perché tradisce il rapporto di fiducia e di leale collaborazione tra le guide degli enti locali, nel rispetto di quel principio di sussidiarietà che dovrebbe sempre orientare l’azione politica e amministrativa. Peraltro, la strada intrapresa negli ultimi mesi mai avrebbe fatto presagire un attacco così irrituale, che ci rammarica e ci preoccupa. Al tempo stesso, le parole del Presidente fanno riflettere anche sull’assoluto deficit di tutela e di rappresentanza da parte dell’Anci Calabria (presieduta dal sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, recentemente eletta, ndr) che, senza logiche di appartenenza, dovrebbe far sentire la voce e i bisogni di tutti i sindaci. Ci auguriamo, perciò, che questa ferita nei rapporti istituzionali non diventi nel tempo ancora più grande, e che non si dia spazio a pericolosi espedienti utili, ogni volta, a fare dei sindaci i parafulmini di problemi malgovernati a livello più alto».