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«Dopo la morte di ogni personaggio di spessore rimane sempre un vuoto incolmabile. E con la morte di Stefano Rodotà, ci sentiamo ancora più orfani di un uomo che ci ha ben rappresentati all'interno delle più alte istituzioni». Lo sostiene Marco Ambrogio, consigliere comunale di Cosenza e consigliere nazionale dell’ANCI.
«Al solo pensiero che un calabrese potesse diventare Presidente della Repubblica, ognuno di noi si è sentito coinvolto quasi in prima persona. Quel traguardo non è stato raggiunto ma nella Calabria tutta ed anche nel resto d'Italia, che ha amato ed apprezzato la levatura e lo spessore morale e culturale di Rodotà, è rimasto l'orgoglio di aver concorso accanto ad una grande figura.
Giurista della società civile, politico e docente, sempre accanto alle battaglie sociali per il riconoscimento dei diritti della persona, Rodotà non ha mai dimenticato le proprie radici di figlio di quella Calabria che lo ha sempre contraddistinto e spinto verso la difesa dei diritti umani.
Per tali ragioni, in qualità di consigliere nazionale dell'Anci ho scritto al presidente nazionale Antonio De Caro, sindaco di Bari ed al presidente del consiglio nazionale Enzo Bianco, sindaco di Catania, affinché venga inserito un apposito ordine del giorno, da portare nella prossima seduta di consiglio nazionale, contenente la proposta da formulare ad ogni sindaco d'Italia di intitolare una strada, una piazza od un luogo importante di ogni città a Stefano Rodotà.
Naturalmente - conclude Ambrogio - da rappresentante degli amministratori calabresi auspico che le città ed i paesi della Calabria aderiscano per primi a questo appello e che intitolino al più presto una strada a Stefano Rodotà».