Il primo cittadino Eduardo Vivacqua spiega le ragioni che hanno portato allo strappo con l'assessore Domenico Carbone: «La sua condotta è da considerarsi come un atto di sfiducia nei confronti di tutta l'amministrazione»
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La revoca dalle cariche di vicesindaco e assessore, a dare retta all’interessato sembrerebbe essere arrivata senza alcuna valida ragione, ma di ragioni invece, secondo Eduardo Vivacqua, sindaco del comune di Marano Marchesato, ve ne sarebbero tante, non ultima il fatto che l’ormai ora solo consigliere Domenico Carbone, parte contrapposta nella vicenda, abbia sin dall’inizio dimostrato una certa retrosia a «candidarsi» con il gruppo guidato dal primo cittadino «per alcune scelte non condivise».
«Successivamente alle elezioni – spiega meglio Vivacqua - oltre alla carica di vicesindaco ho conferito cinque deleghe (Servizi sociali, Politiche giovanili, Ambiente, Randagismo, Patrimonio) tutte di particolare importanza. Il consigliere Carbone, però, lo scorso mese di ottobre ne ha rimesse tre nelle mie mani, senza alcun valido motivo. In più, di sua iniziativa e col supporto di un consigliere di minoranza del comune e di alcune associazioni di Marano Principato, si è fatto promotore di un progetto per la fusione dei due comuni, mancando di rispetto alla mia persona ed all’amministrazione di Marano Principato». Stessa cosa pare si sia verificata con il «comune di San Vincenzo La Costa per un progetto di partenariato e gemellaggio».
Ma non è tutto, perché altro e ancor «più grave» sarebbe stato per il sindaco il vero «motivo di contrasto», ovvero il «rifiuto del consigliere Carbone di votare la delibera riguardante il trasferimento ad altro incarico di due dipendenti». Un «gesto», questo, letto come una sorta di «sfiducia», anche perché arrivato dopo lunghe discussioni, «nei confronti del sindaco e di tutta l’amministrazione».
Infine, tra le motivazioni che avrebbero indotto il sindaco alla revoca delle deleghe va annoverata «l’assenza di Carbone al penultimo consiglio comunale per sostenere due colleghi della maggioranza in merito ad una loro posizione debitoria (peraltro già precedentemente sanata) nei confronti dell’amministrazione. Da precisare – aggiunge Vivacqua - che il consiglio era stato espressamente richiesto dalla minoranza».
Insomma, le motivazioni alla base dello strappo, che Carbone aveva detto di disconoscere, sembrerebbero tante e tutte riassumibili in una condotta costante, «l’agire autonomamente scavalcando il sindaco ed il gruppo di maggioranza. Dispiace che si sia arrivati a questa soluzione – aggiunge Vivacqua - e che si sia interrotto un percorso iniziato sotto i migliori auspici, tenendo anche conto anche delle indubbie capacità e dell’impegno che il consigliere Carbone aveva sempre manifestato. Mi dispiace per la fiducia che è venuta meno non riuscendo a capire ancora i motivi di questo suo comportamento».