Più che un terremoto, si potrebbe definire la naturale conclusione di un percorso che era iniziato quando ancora Silvio Berlusconi sedeva sugli scranni di Palazzo Madama. Una operazione di restyling si disse all’epoca, per ridisegnare il volto istituzionale degli azzurri anche in vista dell’appuntamento elettorale delle Europee del prossimo anno.

Il tutto si compieva a marzo scorso con l’intento di mettere un freno alla gestione dei falchi guidati da Licia Ronzulli che aveva avvicinato con la sua gestione Forza Italia alla Lega spingendo il partito a una sorta di muro contro muro con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. D’altra parte, come si ricorderà, in tanti non erano d’accordo con la scelta del Cavaliere, suggerita proprio da Licia Ronzulli, di fare la prova di forza al Senato sulla presidenza di Ignazio La Russa.

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Fatto sta che quel percorso che a marzo aveva portato Paolo Barelli, notoriamente vicino ad Antonio Tajani, a guidare il gruppo degli azzurri alla Camera. sembra arrivato al capolinea. D’altra parte proprio Ronzulli la settimana scorsa è stata invitata a lasciare la postazione di capogruppo al Senato, affidata al più esperto Maurizio Gasparri, offrendole in contropartita, probabilmente per non svilirne in toto il ruolo, la vicepresidenza di Palazzo Madama, che è un ruolo più di rappresentanza che politico. Insomma la Ronzulli, che fino al momento aveva dato le carte per gli azzurri, non godeva più della fiducia del partito.

Forza Italia verso una nuova fase

Allo stesso tempo si può affermare che non è affatto un mistero che proprio l’ormai ex coordinatore Giuseppe Mangialavori sia dato vicinissimo alla stessa Ronzulli. Amicizia e vicinanza politica che starebbe pagando, e che gli valsero l’elezione a presidente della commissione Bilancio della Camera. Il ruolo che è diventato anche il motivo utilizzato dallo stesso medico vibonese per giustificare il suo disimpegno ma che non lo mette al riparo da critiche, visto che – dicono le malelingue azzurre – sono diversi i coordinatori regionali, tra cui Zangrillo o Casellati, che svolgono anche il ruolo evidentemente più impegnativo di ministri.

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Di certo c’è che Forza Italia andrà a congresso a febbraio prossimo e che la casella di coordinatore regionale per la Calabria, per come annunciato dallo stesso segretario nazionale Antonio Tajani - «Nei prossimi giorni nominerò il nuovo coordinatore – ha scritto sui suoi canali social - il quale avrà il compito di organizzare la fase congressuale e rafforzare l'azione del nostro movimento politico in Calabria» - non tarderà ad arrivare.

Cannizzaro e Occhiuto in pole

Fonti accreditate non escludono che già la prossima settimana si potranno avere notizie in merito alla nomina che, al momento, porta dritto a Francesco Cannizzaro, vice capogruppo alla Camera, responsabile di Forza Italia per il Sud e coordinatore provinciale di Reggio Calabria. La vicinanza al segretario nazionale anche in questo caso non è un mistero, in un “trio” collaudato con Roberto Occhiuto. Alcuni non escludono neanche la possibilità che sia lo stesso presidente della Regione a ricoprire il ruolo, anche se lo scenario attuale con i molteplici impegni su più fronti, la fanno apparire più remota.

C’è insomma un ragionamento in corso all’interno del partito, ed è chiaro che non si vuole sbagliare, perché la nomina sarà di fatto una nomina definitiva, mettendo al bando la figura del classico traghettatore. Gli impegni interni e quelli politici, in primis le elezioni europee, richiedono dedizione e conoscenza della macchina, che fanno del nuovo coordinatore una pedina chiave per guidare tutti i processi che porteranno alla formazione delle liste per la conquista di uno scranno a Bruxelles e Strasburgo, senza dimenticare i tanti comuni che andranno al voto e i rapporti con il governo regionale.