In occasione del primo anno di attività sulla principale poltrona di Palazzo Campanella, Filippo Mancuso (Lega) ha promosso un dibattito pubblico a Catanzaro sulle criticità e le possibilità di sviluppo dell'Area centrale della regione. 

«Stiamo imprimendo concrete svolte legislative e amministrative per valorizzare il patrimonio ambientale e culturale della Calabria e potenziare le sue infrastrutture - ha detto nel suo intervento introduttivo il presidente del consiglio regionale - dal porto di Gioia Tauro e la portualità diffusa, all’Alta velocità senza la quale il progetto del Ponte sullo Stretto risulterebbe monco». Poi c’è la ‘SS 106’, per la quale il Consiglio regionale, a febbraio del 2022, ha approvato una mozione all’unanimità chiedendone la modernizzazione: «Siamo compiaciuti del finanziamento previsto dal Governo di 3 miliardi, il primo direttamente stanziato per l'opera. E attenti al tratto della 106 Cz-Kr da percorrere in mezz’ora, con benefici enormi per l’area crotonese e il sistema-regione. Analogo impegno stiamo dispiegando, per completare la Trasversale delle Serre, vigilando, con la governance pubblica della Sacal, per implementare l’aeroporto internazionale di Lamezia e il rilancio dello scalo di Crotone». 

Mancuso - assieme agli altri relatori - ha sostenuto che città come Lamezia, Vibo, Crotone e Catanzaro, hanno urgenza di superare l’attuale precarietà sociale e, valorizzando le peculiarità di ciascuna, di imboccare la via dello sviluppo, che consenta di far crescere anche la loro reputazione nello scenario nazionale.

Sala dell’Hotel Perla del Porto strapiena e numerosi gli interventi di sindaci (come quelli di Isola Capo Rizzuto Vittimberga e di Sersale Capellupo) amministratori locali, esponenti di associazioni e cittadini. Al tavolo dei lavori hanno offerto un contributo il presidente della Provincia di Catanzaro Amedeo Mormile, il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro - Crotone - Vibo Valentia Pietro Falbo, di Confagricoltura Catanzaro Walter Placida, Antonio Mazzei di Fincalabra e il coordinatore di “Alleanza per Catanzaro” Franco Longo. Il presidente Mancuso si è soffermato sulla difficoltà di garantire persino i servizi basilari da parte dei Comuni: «Con i quali, attraverso la recente costituzione del Consiglio delle autonomie locali (Cal), vogliamo avere relazioni sistematiche».

Non potevano poi mancare i riferimenti alla condizione “critica” del Sistema sanitario, «su cui grava il peso di oltre un decennio di disattenzioni».  E qui Mancuso ha ricordato «i grandi passi fatti, per avere finalmente a Catanzaro quel Polo sanitario d’eccellenza inseguito da vent’anni e che, con la firma del protocollo d’intesa Regione-Umg, prevista per il 21 febbraio, inizierà a prendere corpo».  A proposito dell’autonomia differenziata, Mancuso ha sostenuto che «il Mezzogiorno sbaglierebbe a demonizzare una previsione costituzionale introdotta dal centrosinistra nel 2001 con la riforma del Titolo V. Al contrario, può essere una sfida per la modernizzazione del Paese e per rendere l’autogoverno più efficiente e più aderente ai bisogni dei territori.  Alla condizione che siano garantiti i Lep, archiviato il concetto iniquo della spesa storica e reso disponibile il Fondo perequativo previsto dall'articolo 119 della Costituzione per le Regioni con minore capacità».

In riferimento alle criticità dell’area baricentrica, Mancuso ha sottolineato: «Le tre province vanno messe nelle condizioni di esercitare una forte funzione politico-istituzionale di raccordo e sintesi delle risorse disponibili. Abbiamo bisogno di territori che riscoprano un protagonismo dinamico e che, in sinergia, agiscano per mettere a valore i loro giacimenti ambientali, storici e architettonici e le tante risorse umane di cui dispongono. E di Enti intermedi che, dopo il default della legge Delrio, che ne ha fatto un vaso di coccio tra Comuni e Regioni, si vedano restituite dal Parlamento competenze, personale e risorse, per fare ciò che per tanto tempo hanno fatto molto bene».

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E infine, la proposta di «avviare un tavolo di concertazione fra tutti i soggetti istituzionali, politici, economici, sociali e culturali dei nostri territori. C’è da coordinare gli interventi di ciascuna realtà, inserendoli a pieno titolo nella pianificazione dello sviluppo della Regione, per utilizzare al meglio le risorse europee. A partire dal Pnrr, che per la Calabria è l’appuntamento della vita. Questo non è il tempo delle divisioni e delle sterili polemiche. Bisogna invece archiviare ogni competizione fine a se stessa, in una congiuntura che presenta rischi, ma anche tante opportunità da cogliere»