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L’interrogazione presentata da Paolini sul presunto pagamento incongruo dell’Imu da parte della curia arcivescovile di Cosenza ha suscitato la piccata reazione del gruppo consiliare di Cosenza Positiva. Il capogruppo Lino Di Nardo, in una nota, stigmatizza il comportamento del consigliere di opposizione «tendente a screditare, agli occhi della cittadinanza – si legge nel comunicato - le istituzioni religiose della città. Per correttezza di informazione – scrive Di Nardo a nome anche degli altri due consiglieri del gruppo, D’Ippolito e De Marco - ci preme sottolineare che la “rigorosa ricerca” effettuata da Paolini, lascia un po' a desiderare, visto che attribuisce proprietà di immobili all'Arcidiocesi sui quali la stessa non ha alcun diritto reale di godimento e su cui, pertanto, non ha nessun obbligo di tassazione. Ci viene difficile capire perché vengano attenzionati proprio gli enti ecclesiastici e non le varie aziende sanitarie private o i proprietari di terreni edificabili, nuovi e vecchi».
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La replica di Paolini
«Non avevo e non ho alcuna intenzione di mancare di rispetto alla “sacra romana chiesa”, come definita dai consiglieri comunali Di Nardo, De Marco e D’Ippolito, nei confronti della quale nutro ammirazione e deferenza. Se pensano di mettermi in difficoltà facendo il solito generico riferimento a società private, magari operanti in ambito sanitario, leggi case di cura o proprietarie di terreni edificatori - delle quali però omettono di indicare nomi e reati - che evaderebbero anch’esse (come dire: meglio che stai zitto perché anche tuoi amici hanno scheletri nell’armadio) hanno sbagliato metodo e destinatario. E naturalmente squalificano la loro difesa peggiorando la posizione del difeso cioè la Curia di Cosenza. In favore della quale non è stato fornito neanche un solo dato. Al contrario io ho fornito tutti i dettagli richiesti nelle forme di legge e provenienti da uffici pubblici. Ma siccome i consiglieri mi imputano una erronea o equivoca lettura degli stessi ne fornisco copia così potranno controllare e correggere i miei errori oppure - se le hanno - fornire a tutti risposte più esaurienti e convincenti».