Defezioni di calibro e contestazioni. Il day after la presentazione delle liste per il Partito democratico è al veleno. ll confronto con i segretari di circolo, all'indomani dell'individuazione dei candidati, non sopisce i malumori ma li amplifica. Ed è così che una semplice assemblea provinciale, indetta per predisporre l'organizzazione in vista dell'avvio della campagna elettorale, si trasforma in un redde rationem tra le diverse anime del partito con evocazioni di espulsioni e dure contestazioni ai vertici regionali del partito.

 

La contestazione

Per una parte della minoranza, il segretario regionale del Partito Democratico Ernesto Magorno non è ben accetto nella città capoluogo. Il "caso Catanzaro", dopo la deblacle elettorale, le scelte politiche che hanno indotto molti tesserati a non rinnovare l'iscrizione, le dimissioni di massa e le fuoriuscite di calibro, è tutt'altro che chiuso. Spia ne è la contestazione subìta questo pomeriggio dal segretario regionale, giunto a Catanzaro per partecipare all'assemblea provinciale indetta dalla federazione catanzarese. L'ala minoritaria del partito, che durante il congresso provinciale aveva sostenuto la mozione Orlando, ha infatti contestato le modalità con cui si è proceduto alla scelta dei candidati. Prima una chiosa polemica al termine dell'intervento del segretario e, infine, la contestazione vera e propria all'uscita dall'hotel dov'era organizzata la manifestazione farcita di critiche al veleno per il poco lusinghiero risultato raggiunto alle scorse elezioni amministrative nella città capoluogo. Il Partito Democratico ha, infatti, ridimensionato il consenso ad un modesto 5%, riuscendo a piazzare un solo consigliere comunale in aula rossa. Altre "sottolineature" di scarsa "coerenza" sono poi piovute sulla testa del segretario a seguito delle critiche mosse in sala da alcuni esponenti del Partito Democratico nei confronti dell'ex esponente di Ap, Piero Aiello, oggi schierato contro la docente lametina, Aquila Villella, ma quasi alleato del Pd alle scorse amministrative catanzaresi.

 

Defezioni e espulsioni

Ma pacifico non si è dimostrato neppure il confronto all'interno dell'assemblea con le dure prese di posizione del segretario provinciale, Gianluca Cuda, e il presidente della federazione, Michele Drosi, contro i "disertori". Il riferimento nemmeno tanto velato è all'assenza volutamente polemica del vicepresidente del Consiglio regionale, Enzo Ciconte, candidato del Pd alle elezioni amministrative. Il segretario provinciale ci è andato giù duro preconizzando espulsioni al termine della campagna elettorale per chi "non darà prova di impegno concreto nei confronti del partito". Prima di chiudere il suo intervento con un conciliatore "vogliamoci bene", Gianluca Cuda aveva infatti aperto il suo discorso dichiarando che non erano "ammessi disertori e delusi" o chiunque non avesse dimostrato adesione al progetto comune del partito "per portare avanti discorsi personalistici". Non meno netto era stato il presidente della federazione provinciale, Michele Drosi: "Come in ogni competizione ci possono essere ambizioni, aspettative personali o territoriali che non hanno trovato riscontro e che hanno generato delusione ma noi siamo qui per fare una campagna elettorale. Sono in gioco le sorti del Paese, tocca a tutti noi ritrovarsi uniti dimostrando maturità e consapevolezza".

 

Luana Costa