Il corto circuito interno alla maggioranza in Consiglio regionale si allarga a vista d’occhio. Le bordate di Giudiceandrea contro i costi della politica, i vitalizi e gli sprechi della Cittadella, hanno provocato la reazione perentoria dei big democrat che hanno chiesto al consigliere regionale di chiudere il gruppo Democratici e Progressisti a palazzo Campanella. Una chiusura che, secondo Guglielmelli, Adamo, Cuda e compagnia sarebbe necessaria soprattutto dopo il passaggio di Artuto Bova a Leu.

Bene, la proposta non è stata per nulla bene accettata dai consiglieri regionali Democratici e Progressisti (Neri, Bova e Giudiceandrea) che hanno sentito la necessità di precisare tramite una nota stampa la bontà dell’azione politica svolta dal gruppo sempre a sostegno della giunta Oliverio.

 

«Un’attività politica e legislativa che, grazie alla spinta propulsiva del capogruppo Giudiceandrea al quale rinnoviamo fiducia e stima – scrivono Neri e Bova - ha prodotto tanto, senza mai far venir meno il supporto alla maggioranza e alla sua azione di governo. Ciò premesso, ad oggi, riteniamo che non sia piu? il tempo delle polemiche, perche? si rischierebbe di deteriorare l’armonia di cui avrebbe bisogno l’importante fase finale della legislatura. Ad ogni buon conto e solo per i due iscritti al Pd ( Giudiceandrea e Neri), dietro richiesta del partito nazionale, il futuro segretario regionale potrà richiedere la realizzazione della confluenza dei propri iscritti nel gruppo unico, del quale ovviamente dovranno essere ridiscussi ruoli ed assetti, nell’interesse degli elettori e della rappresentanza in Consiglio».

Incroci di minace su assetti e poltrone che ben rispecchiano la fase che attualmente vive il Pd, a tutti i livelli. In ogni caso, in attesa della nomina del futuro segretario, una prima risposta ai Democratici e Progessisti arriva da quello uscente. Ernesto Magorno, commentando quanto sta avvenendo nelle ultime ore, si è espresso così: «Condivido la proposta di Giudiceandrea quando chiede il ridimensionamento dei vitalizi degli ex consiglieri regionali, mentre non condivido la possibile reintroduzione del vitalizio per gli attuali consiglieri regionali. In ogni caso ritengo che un primo segnale concreto per la riduzione dei costi della politica sia quello di tagliare e unificare i gruppi consiliari regionali del Pd e di Dp. Si risparmierebbero 152mila euro l’anno, tanto costa mantenere il gruppo di Dp».

 

Riccardo Tripepi