L’esponente politica catanzarese che alle ultime regionali si è candidata con il Movimento, bacchetta il leader di Io resto in Calabria: «Si camuffa da civico per dividere la sinistra»
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di Alessia Bausone*
Sono 15 anni che Pippo Callipo tenta di imporsi sulla scena politica calabrese cercando un’incoronazione che è arrivata solo di recente grazie al “sado-oddatismo” della “vecchia” sinistra Zingarettiana. Già, perché in un gioco delle tre carte divenute cartine di tornasole, con il solo obiettivo di garantire i consiglieri regionali uscenti sotto tutela delle correnti nazionali (che, è noto, tengono perennemente sotto scacco Zingaretti), il Partito Democratico e la sua finta coalizione volevano perdere le elezioni regionali per poi mimetizzarsi, come effettivamente stanno facendo, con la destra berlusconiana, proprio come ai tempi che furono.
E come farlo se non puntando su chi, marcatamente di destra, si cammuffa da civico per dividere la sinistra per hobby e/o ambizione? Già, ambizione, quella che spinse Callipo, come recentemente rivelato da Nicola Adamo (che con tutti i suoi problemi, politici e non, non avrebbe di certo il tempo di dedicarsi al gossip del sottobosco calabrese), a proporsi già nel 2005 come candidato Presidente della giunta regionale, ovviamente senza passare dalle primarie. Non accontentato, volle allora proporsi-imporsi come assessore regionale alle attività produttive (nonostante il paventato conflitto di interesse, ma son dettagli che ad un pragmatico imprenditore possono probabilmente non interessare) della giunta Loiero.
Non se ne fece nulla. Allora oltre all’ambizione, la rivalsa. Nel 2010, rifiutando ora di concorrere alle primarie del centrosinistra, ora di fare il vice del candidato presidente uscente designato dalla coalizione all’esito delle primarie stesse, spaccò il fronte degli anti-scopellitiani con gli esiti che son ben noti.
Una piccola chicca: durante la campagna elettorale del 2010 sulla pagina Facebook di “Io resto in Calabria”, il movimento di Pippo Callipo, viene postato il “Dossier candidati” in data 18 marzo, con sottotitolo “Fra impresentabili, condannati, indagati, parenti di boss, collusi con la ‘ndrangeta e cambi di casacca. Il degrado della politica”.
Chi viene qualificato come impresentabile ed esponente del degrado della politica calabrese? Oltre ad Agazio Loiero, lo stesso per il quale si propose di divenire assessore, c’è anche Carlo Guccione, stigmatizzato, tra l’altro, per la sua assunzione in Regione Calabria. Eppure è lo stesso Carlo Guccione gradito sponsor di Callipo a queste ultime elezioni regionali dove la sete di poltrona è stata soddisfatta.
Insomma, Callipo si è sempre autocandidato, non ha mai voluto sottoporsi a primarie di coalizione, ha girato tutti i partiti alla ricerca di una collocazione personale ed oggi, solo perché il Pd per le sue faide interne ha voluto fare dispetto a se stesso, vuole dare lezioni di politica al Movimento 5 stelle che tra tutti i suoi errori ne ha fatta una giusta: non candidarlo.
*già candidata M5s