«La prima cosa che farò in Europa? Vorrei insistere sullo sviluppo sociale ed economico per le aree fragili come la Calabria. L’esperienza di Riace ha creato questa speranza di rinascita in quei luoghi che combattono giorno per giorno per continuare ad esistere anche attraverso l’accoglienza ai viaggiatori che scappano da guerra e fame. Sono contento per il risultato alle europee, ma la cosa più importante sarebbe diventare sindaco». Con oltre 23 mila preferenze in Regione (più di 75 mila nella circoscrizione meridionale, circa 6 mila nel reggino) Mimmo Lucano è risultato, per distacco, il più votato al Sud nella coalizione di Alleanza Verdi Sinistra.

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Situazione che lo pone in rampa di lancio verso un seggio a Bruxelles: «Questo risultato – dice a LaCNews24 Lucano – rappresenta una grande sfida a questa politica neo capitalistica che ha distrutto la Calabria favorendo l’emigrazione dei suoi abitanti e l’abbandono di tanti piccoli paesi che vogliono continuare ad esistere. Questo risultato rappresenta anche un messaggio politico rivolto a Salvini, che a Riace era venuto solo per cancellare l’esperienza e il ricordo di quanto era stata fatto. Oggi ha vinto l’ultima Regione d’Europa, la sua estrema periferia. E da questo risultato partiamo per dire no all’autonomia differenziata e al ponte sullo Stretto: sarebbe un disastro pensare ad uno dei luoghi più belli del Mediterraneo che diventa motivo di opportunità economica per il grande capitale e per le industrie del nord».

E mentre Bruxelles sta per essere invasa, soprattutto da Francia e Germania, da una mare nera di impulsi xenofobi e nazionalisti, dal minuscolo paesino sulle colline della Locride parte un altro  messaggio, di natura diametralmente opposta: «Rilanciamo anche in Europa il nostro esperimento per un nuovo impulso all’accoglienza e alla pace. Ma confesso che ora, la cosa che più mi farebbe felice, sarebbe tornare a fare il sindaco di Riace. Non si tratta di vendetta o rivincita – sottolinea Lucano – queste cose non fanno parte della nostra tradizione e le lasciamo ad altri, ma di riprendere un discorso interrotto e lasciato in sospeso, a causa della mia vicenda giudiziaria, e che aveva coniugato lo sviluppo dei borghi e l’accoglienza ai “viaggiatori” migranti determinando un nuovo impulso all’identità dei luoghi».