Tensioni tra lavoratori, sindaci e parlamentari all'assembela Anci per fare il punto sulle stabilizzazioni. Oliverio: «Mancano i soldi». Callipo fatica a contenere gli animi esacerbati: «I Comuni sono con voi»
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Doveva essere l’assemblea dei sindaci convocata a Lamezia Terme da Anci Calabria per fare il punto della situazione sul rinnovo dei contratti agli ex Lsu e Lpu, ma i lavoratori sono venuti da ogni parte della Calabria e non hanno avuto nessuna intenzione né di rimanere fuori né di tacere.
È stato un incontro molto accesso quello che ha riguardato il futuro di circa 5000 Lsu e Lpu, da venti anni sul filo del rasoio e ormai esasperati ed estremamente diffidenti e critici con istituzioni e politica.
Il presidente Anci Gianluca Callipo ha in premessa garantito il desiderio di tutti i primi cittadini a stabilizzare, venendo smentito dalle voci dei precari in aula che non sono stati teneri nemmeno con la parlamentare Pd Enza Bruno Bossio, che ha risposto a colpi di dialetto cosentino e con il deputato azzurro Francesco Cannizzaro a cui è toccato dello “sciacallo” anche dopo avere annunciato un’interpellanza urgente per venerdì mattina sull’argomento.
Per il sindaco di Pizzo Callipo sono diverse le questioni da porre al Governo, dalla liceità delle proroghe ai paletti contenuti nel decreto Madia, come ad esempio quelli relativi alla stipula di contratti part time e alle risorse. «Vogliamo essere messi nelle condizioni – ha affermato – di assumere legittimamente».
A seguire Oliverio, arrivato febbricitante, che ha spiegato come i 50 milioni di euro dati prima dal Governo non ci siano più. «Il direttore generale del ministero del Lavoro – ha detto il governatore – è stato sempre ostile a un percorso di stabilizzazione. Se, invece, ci verrà data questa possibilità e il decreto, noi abbiamo già pronta una legge regionale di incentivo ai Comuni per i prossimi tre anni».
I fondi rimangono il nodo principale. «Nel corso degli scorsi quattro anni sono stati garantiti dal Coverno cinquanta milioni di euro all’anno - ha spiegato - a cui noi come Regione ne abbiamo aggiunto 39. Chiediamo che anche quest’anno, nella legge di Bilancio 2019, venga garantito il fondo di 50 milioni e noi continueremo a garantire i nostri 39. Purtroppo nella legge di stabilità attualmente licenziata non c’è traccia del fondo da 50 milioni di euro. C’è solo una quota assegnata tramite il riparto del fondo per l’occupazione di 21 milioni di euro».
Il tutto tra momenti di estrema tensione con anche l’intervento della Digos per placare gli animi di chi con il viso paonazzo sfogava la propria rabbia per venti anni di precariato e lotte. «Continuate a dirci che siamo essenziali. Non ne possiamo più di questa manfrina», ha detto un lavoratore riferendosi al fatto che questa tipologia di lavoratori sostiene con il proprio operato gli enti che senza si troverebbero in gravi difficoltà. Rimane però difficile per i Comuni riuscire a stabilizzare tutti nell’ambito della cornice normativa attuale. Emblematico l’esempio del Comune di Serra San Bruno che ha 52 lavoratori Lsu e Lpu.
A chiudere Oliverio ha affermato di considerare l’assemblea di stasera come l’impegno a iniziare un percorso comune. «Io non sono mai stato dall’altra parte della barricata – ha detto – sono con voi perché avete un diritto reale. Dovete avere fiducia nelle rappresentanze istituzionali e nei sindaci».
Presente anche il parlamentare Cinque Stelle, Riccardo Tucci, unico rappresentante del governo in carica, il quale ha rassicurato i presenti affermando di avere già stilato un report delle criticità evidenziate oggi che porterà a Roma.