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Massima coesione. A Roma come in Calabria. Luca Lotti, in visita ieri in Calabria, ha parlato chiaro agli astanti. Con l’avvicinarsi del voto sulle riforme, a partire da quella del Senato, Matteo Renzi non vuole sbavature. Anche perché i numeri del governo sono ballerini, specie a palazzo Madama, e il premier non tollererà scherzi di alcun genere. Si chiede lealtà a tutte le Regioni, compresa la Calabria, per dare in cambio la stessa lealtà. E, con il vento che tira alle nostre latitudini, tutto servirebbe a Oliverio tranne che aprire un nuovo fronte di crisi con Roma.
Ed allora, seppure tutti i protagonisti della giornata di ieri, hanno mantenuto la consegna di non parlare di sanità e di nomine, pare chiaro che Lotti abbia suggerito di procedere con prudenza e con scelte condivise. Tanto che la riunione della giunta che Oliverio e i suoi avevano intenzione di fare a strettissimo giro di boa, è destinata a slittare. Quantomeno per procedere alle nomine di tutti i dirigenti delle Aziende ospedaliere. Si potrebbe fare un’eccezione, a quanto trapela dalle stanze dei bottoni del Pd, per quel che riguarda l’Asp di Reggio, rimasta priva di guida dopo i provvedimenti emessi dal presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone nei confronti del commissario straordinario Santo Gioffrè. La sua sostituzione è urgente e si potrebbe trovare una soluzione di compromesso consentendo alla giunta di nominare un nuovo commissario per Reggio e rinviare il resto dell’infornata a tempi migliori. Magari dopo aver capito che fine farà il provvedimento di inibizione emesso, ma ancora non notificato, nei confronti di Mario Oliverio.
Una soluzione di compromesso che, a quanto pare, avrebbe placato anche i bollenti spiriti dei renziani calabrese che, originariamente, avevano convocato una riunione ristretta per la serata di ieri. Il summit, anche per l’evolversi della giornata, è stato aggiornato. All’ordine del giorno c’erano i molti dissensi di corrente per le scelte di Oliverio in giunta e per la gestione del partito. Si continua a stigmatizzare la permanenza in carica dei segretari provinciali di Reggio, Vibo e Catanzaro che, da statuto, non potrebbero ricoprire l’incarico, avendone altri di natura istituzionale. Anche nella giornata di ieri si sono annunciati i congressi per questo autunno in maniera da poter rimuovere tutte le anomalie. Provvedimenti sono richiesti anche per quel che riguarda il completamento della segreteria regionale di Magorno, ma considerato il clima da “volemose bene” imposto da Roma, anche i renziani hanno deciso di fare spallucce e di aspettare tempi migliori per avviare la discussione interna.
E’ chiaro, però, che stando così le cose anche sarà necessario trovare una soluzione di compromesso per quel che concerne la fin qui difficilissima convivenza tra il presidente della giunta regionale Mario Oliverio e il commissario ad acta per il piano di rientro dal debito della sanità. La guerra tra i due è stata senza esclusioni di colpi e da ultimo ha tirato in ballo anche il ministro Beatrice Lorenzin che ha chiesto una pacificazione, fin qui non arrivata. La stessa richiesta sarebbe stata formulata da Luca Lotti per dare l’ennesimo segnale dell’intenzione del governo nazionale di ribadire la fiducia all’uomo inviato in Calabria per la gestione di un comparto delicatissimo. Anche se non è sfuggito il passaggio in cui Lotti ha affermato la necessità di approfondire i numeri portati da Oliverio alla Lorenzin, dopo aver affermato un sibillino “i commissari passano, ma i governi restano”. In qualche modo un’apertura alle istanza del governatore e dei suoi in attesa che il quadro si possa meglio definire.
Riccardo Tripepi