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«Tornare ad avere una visione strategica della cultura. Creare attorno ad essa un indotto economico importante come hanno fatto altre realtà del nostro Paese. Questo il nostro obiettivo per rilanciare la cultura a Vibo Valentia, partendo da un patrimonio che deve aprirsi a tutti i segmenti sociali, divenendo strumento d'inclusione attorno al quale costruire un'unità della città nelle sue varie stratificazioni economiche».
Lo ha detto Antonio Lo Schiavo, intervenendo, ieri presso il Sistema bibliotecario vibonese, al confronto tematico tra i candidati sindaco alle elezioni amministrative del 31 maggio, organizzato da Maria Teresa Marzano sui temi della cultura nella città di Vibo Valentia.
«La nostra ambizione è di dare un'attuazione estremamente innovativa e moderna delle politiche culturali. Non più legate solo al nostro passato, che pure è importante e va valorizzato, ma connesse ad una fruizione del patrimonio culturale, dei nostri beni immobili e dei monumenti, inserita in un sistema moderno, dinamico, accessibile a tutti. Mi riferisco soprattutto all'utilizzo delle nuove tecnologie, come le cosiddette "SmartTag Nfc" o i "QrCode", sistemi tecnologici a basso costo, che consentono a chiunque abbia uno smartphone di conoscere in tempo reale informazioni e storia del palazzo o dell'opera d'arte che si ha di fronte. Non sono fantasie, ma possibilità concrete già presenti in molte città. E dobbiamo fare in modo che cultura e turismo siano incentivate con competenza, partendo dalla scelta delle persone giuste cui affidarne la programmazione e la gestione, per caratterizzare la nostra città nel contesto nazionale ed internazionale. Non è accettabile che Vibo rimanga fuori dai flussi che interessano le vicine località balneari, come Pizzo e Tropea, ed è un peccato che le grandi ricchezze della città rimangano sconosciute ai più. E, ancora, bisogna puntare sulla fruizione del patrimonio immobiliare, destinando i palazzi del centro storico a spazi culturali, museali e ad esposizioni permanenti di giovani artisti. Così come un segnale va dato al Conservatorio, eccellenza di questa città, individuando per esso una collocazione adeguata e un auditorium, indispensabile per la sua attività. Infine, il patrimonio archeologico, oggi abbandonato nel degrado completo, ma custode di tesori che in qualunque altra città avrebbero portato turismo ed economia. Vibo ha bisogno di una politica culturale che la faccia uscire dal provincialismo, attraverso iniziative di qualità, istituzionalizzando e promuovendo grandi eventi di respiro nazionale, come il Festival "Leggere e scrivere" o il premio "Limen Arte". Occorre, in altre parole, un'azione forte che offra maggiori opportunità attraverso la cultura, perché Vibo è cultura».