La distanza è praticamente nulla. Due punti separano due ex sindaci del centro sinistra di Lamezia Terme: Doris Lo Moro e Gianni Speranza. Questo dice il sondaggio voluto dal Pd sui possibili e papabili canditati per le amministrative della prossima primavera.
«Quali sono le emergenze della città?», è stato chiesto a un folto campione di lametini.
Sondato anche l’indice di gradimento su una rosa di nomi che ha portato a un testa a testa tra l’esponente del Pd Lo Moro e Speranza che tesserato non è, anche se la sua storia lo lega, da sempre, alla sinistra.
Terza posizione per Rosario Piccioni, esponente del movimento civico Lamezia Bene Comune, sempre posizionato a sinistra.

Il coordinamento del Pd viene fuori dall’ombra

Un ruolo fondamentale per la scelta del nome da presentare alle amministrative lo sta acquistando, negli ultimi giorni, il coordinamento del Pd. Questo è un organismo composto da quattro persone che sta prendendo piede lentamente. La genesi è Taverna, festa dell’Unità, dunque a fine settembre. Perché di unità alla compagine lametina dei democrat ne serve tanta.
Il vaso di Pandora si è infranto il sette agosto, nel corso di un’assemblea dei tesserati durante la quale si sono registrati 18 interventi contro e solo due a favore del segretario cittadino Gennarino Masi, osteggiato da numerosi iscritti per via di una politica tesa «solo al mantenimento del controllo sul partito, respingendo qualsiasi tentativo di dialogo o di cambiamento», scrivono in una lunga nota infuocata alcuni tesserati democrat.

Il malcontento i tesserati lo portano fino alla festa dell’Unità di Taverna davanti al senatore Nicola Irto, segretario regionale del Pd Calabria. A questo punto i vertici del partito regionale e provinciale chiedono l’istituzione di un coordinamento per tenere insieme le varie anime del Pd.
Per qualche tempo il coordinamento viene in qualche modo ignorato, relegato a un ruolo di mera «facciata», nonostante dentro vi sia lo stesso Masi.

Il ricorso sulla campagna adesioni a Lamezia

Basti pensare che lo scorso quattro novembre, quattro esponenti del partito cittadino – Francesco Carito, Vittorio Paola, Giovanni Gallo e Fernando Miletta – hanno presentato un ricorso indirizzato ai maggiorenti del Pd: Igor Taruffi, responsabile nazionale dell’organizzazione, Nicola Irto, Giuseppe Peta, responsabile regionale organizzazione del Pd Calabria, Domenico Giampà, segretario provinciale federazione di Catanzaro, Attilio Mazzei, presidente della commissione di garanzia della federazione di Catanzaro.

Anche in questo caso si lamenta la politica “ad usum delfini” di Masi e dei suoi nella campagna adesioni 2024 della città di Lamezia.
Secondo i firmatari, la costituzione dell’ufficio adesioni, avvenuta il 30 ottobre, è «illegittima» perché non è rappresentativa, come prevede il regolamento del tesseramento, «del pluralismo interno» del partito. Questo, tradotto, sta a significare che il direttivo del Pd ha inserito nell’ufficio adesioni i suoi soliti fedelissimi senza aprire a esponenti diversi, anime diverse.

«Intollerabile la gestione del partito»

«Questa condizione – prosegue la nota – come peraltro già avvenuto lo scorso anno, rende intollerabile l’attuale gestione del Partito, già oggetto di contestazioni generalizzate e diffuse, da ultimo nell’assemblea degli iscritti dello scorso 7 agosto 2024 che ha obbligato gli organismi provinciali e regionali ad assumere provvedimenti specifici per rendere agibile la vita interna del Partito che, tuttavia e a tutt’oggi, non hanno introdotto alcun elemento di discontinuità e responsabilità in una fase assai delicata anche per l’approssimarsi delle incombenti elezioni amministrative».

La risposta: «Integrare l’ufficio adesioni»

Ieri è arrivata la risposta da parte del presidente della commissione di garanzia provinciale, Attilio Mazzei.
In sostanza si dà ragione agli iscritti e la commissione rammenta (anche a se stessa) di provvedere all’integrazione dell’ufficio adesioni e rammenta che «occorre garantire la massima possibilità di iscriversi al partito nelle forme e modalità consuete ovvero di rendere pubblico adeguato calendario di iniziative pubbliche per lo scopo alla cittadinanza stante anche l’importanza e la rilevanza della città di Lamezia Terme che è alla vigilia di una importante tornata elettorale».

L’incontro del coordinamento con Lo Moro e l’incognita sull’incontro con Speranza

A questa nota si aggiungono le tribolazioni dopo i risultati del sondaggio che non hanno visto, come qualcuno sperava, stravincere nettamente la Lo Moro rispetto agli altri nomi proposti.
È grazie a questi scossoni che il coordinamento ha cominciato a venire fuori dall’ombra. Martedì, per esempio, c’è stato un incontro con Doris Lo Moro.
A questo punto la narrazione dell’incontro diviene duplice: c’è chi afferma che l’ex parlamentare abbia semplicemente annunciato la propria disponibilità a candidarsi.
Altre voci, invece, parlano di precise condizioni poste: si impegna solo se sarà indicata come nome unitario dal Partito Democratico. Nessun dialogo con nessuno, tantomeno con Gianni Speranza, nonostante il testa a testa nei sondaggi.
Tra l’altro anche Gianni Speranza ha chiesto di essere sentito dal coordinamento anche se al momento non è stato fissato alcun incontro. Questa volta la notizia è più riservata dei dati del sondaggio.
Questo il clima alla vigilia tavolo del centrosinistra che riunirà i rappresentanti lametini e catanzaresi del movimento.