Italo Reale nell’intervista che ci ha rilasciato ha esaltato il metodo del tesseramento online disposto in preparazione del congresso regionale del Pd calabrese. Un modo per contrastare il malcostume dei pacchetti di tessere. Pacchetti che, tra l’altro, non venivano neanche pagati. Il tesseramento online, secondo Graziano, contrasta i capi bastone del partito calabrese. Reale sostiene che il nervosismo che si è registrato nell’assemblea Pd di Cosenza con tanto di rissa sia riconducibile al metodo scelto per il reclutamento degli iscritti. Raccontata così la storia non fa una grinza. Tuttavia in queste dinamiche il bicchiere è sempre mezzo pieno e mezzo vuoto.

A casa del commissario regionale del Pd Stefano Graziano, in Campania, per esempio, sembra che il sistema del tesseramento online abbia fatto cilecca. Ad Avellino la segreteria nazionale del Partito democratico è stata costretta a sospendere «le richieste di iscrizione attraverso la piattaforma on line», in seguito alle gravi anomalie registrate nel corso del tesseramento. La Direzione nazionale del partito e il commissario della Federazione irpina hanno «attivato controlli e verifiche per comprendere cosa si è verificato.

L’obiettivo è quello innanzitutto di verificare se l’identità di chi si è iscritto on line pagando con la carta di credito o il bancomat (con una sola tessera si poteva pagare fino a tre iscrizioni), è frutto della loro autonoma volontà a iscriversi con risorse proprie e non provenienti da terzi».

Ma cosa è successo ad Avellino? In pratica in una notte si sono registrati online oltre 8400 iscritti, che si sono aggiunti ai 4mila in presenza. Sembrerebbe poi che in alcune chat esponenti del Pd di Avellino, chiedevano ad amici e conoscenti il “permesso” di poterli iscrivere al Pd facendosi carico di pagare la quota di iscrizione. Il Pd, in una nota della direzione nazionale, «si è riservato di valutare tutte le azioni rivolte a tutelare la propria onorabilità e la propria immagine» ma anche «a sanzionare gli eventuali comportamenti posti in essere da propri iscritti in contrasto con lo Statuto e il codice etico del partito».

In questa anomala vicenda gli unici a gongolare sono i tesorieri del partito nelle cui casse sono confluiti oltre 228mila euro (il costo della singola iscrizione è fissato in 22 euro, ndr). La vicenda di Avellino lancia un ombra sulla trasparenza del metodo individuato per la campagna del tesseramento anche in Calabria, sono in molti a sostenere infatti che il Pd è molto più scalabile con il metodo online che con il metodo delle iscrizioni tradizionale. Un comitato di potere che si prefigga l’obiettivo del controllo del partito e deciderebbe di investire una cospicua fetta di risorse potrebbe, secondo alcuni, potrebbe farlo anche con una certa facilità.