Nel Pd vibonese si “picchiano” di nuovo e menano sempre più forte. Ad alzare i toni, questa volta, è il consigliere regionale Michele Mirabello, molto vicino all’ex deputato Bruno Censore. Mirabello ci va giù duro e strapazza l’ex presidente della Provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi, che aveva irriso l’iniziativa disciplinare del partito nei suoi confronti, per aver sostenuto più o meno esplicitamente Giuseppe Mangialavori (Forza Italia) durante le ultime elezioni.

 

«Non mi possono cacciare - aveva detto De Nisi - perché me ne sono già andato due anni fa», ventilando l’ipotesi che il presunto accanimento nei suoi confronti fosse determinato dal timore dei censoriani di trovarselo contro (nel centrodestra) alle prossime regionali.
Ebbene, la replica di Mirabello è da antologia, degna di entrare negli annali delle migliori liti in casa democrat. «A De Nisi - attacca il consigliere regionale - che si lancia in gratuiti insulti immaginando grandi preoccupazioni per una sua eventuale ricandidatura alle prossime regionali, rispondiamo che abbiamo smesso di preoccuparci della sua (in)consistenza politica già alle scorse regionali e che quindi questo tema è ampiamente sopravanzato da fatti ed eventi».

 

All’ex presidente della Provincia, inoltre, viene rinfacciato di essere stato a suo agio nel Pd fino a quando gli faceva comodo.
«Che egli abbia avuto praticamente tutto dal partito democratico - continua Mirabello -, che gli ha tributato candidature, incarichi ed onori ben oltre i suoi meriti, è noto a tutti. Che gli sia stato anche praticato qualche "sconto" politico quando ha abbandonato l'ente che ha amministrato lasciandolo in una condizione di dissesto che ancora i cittadini vibonesi stanno pagando è altrettanto noto alle cronache politiche ed a tutti gli osservatori che in buona fede seguono la politica nel nostro territorio».

 

Poi, l’accenno alle disfatte politiche di De Nisi «a partire dalla sua mancata elezione al consiglio regionale, passando per le ripetute e sistematiche sconfitte a primarie e congressi di federazione». Mirabello tocca anche il tasto del tesseramento, spesso pigiato con forza dallo stesso De Nisi per legittimare il suo allontanamento dal Pd già dal 2016. «A proposito di tesseramenti farlocchi - punge Mirabello - farebbe bene a spiegare come fa il Pd nel suo comune (Filadelfia, ndr) ad avere 470 tesserati al partito che prende al voto 407 preferenze».

 

Infine, la stoccata conclusiva: «Francesco de Nisi, che si è fortunatamente autoslescluso, e su cui pende una procedura interna al pd che attiene all'etica dell'appartenenza ad una comunità con regole non può raccontare balle spudoratamente. Purtroppo per lui (e per noi) De Nisi è ancora iscritto al partito. Almeno così attesta il segretario del suo circolo con email inviata alla federazione il giorno 5 ottobre 2017 ore 18.07, che lo include nell'elenco insieme a tutta la sua claque. Ad essere ridicole, dunque, sono le difese in soliloquio e le bugie raccontate come fossero grandi verità».


Enrico De Girolamo

 

LEGGI ANCHE:

Resa dei conti nel Pd vibonese, De Nisi guarda a destra e ride dell’espulsione


Resa dei conti nel Pd, scatta la vendetta di Censore contro De Nisi