Una liason figlia dalla presenza a Palazzo dei Bruzi dell’area di riferimento dell’ex Ministro del Lavoro. Una sinergia a futura memoria per le prossime tornate elettorali, ma non solo. Ospiti del sindaco di Cosenza Franz Caruso, del suo più stretto collaboratore Luigi Incarnato e del presidente del consiglio Giuseppe Mazzuca, il segretario nazionale del PSI Enzo Maraio e il deputato democrat Andrea Orlando. Con quest’ultimo anche il Responsabile per il Mezzogiorno della segreteria nazionale di Elly Schlein Marco Sarracino e il componente della direzione nazionale Carlo Guccione. Per conto dei socialisti, invece, hanno preso la parola Pina Incarnato e Chiara Penna, rispettivamente assessore e consigliera del Comune bruzio e componenti dell’assemblea nazionale del Psi.

Orlando: «Il Ddl Calderoli pregiudica la Calabria»

«Io credo che davvero ci si trovi di fronte a un abuso che naturalmente colpisce la città di Bari, colpisce il sindaco di Bari, come è stato detto da più parti. Sopratutto colpisce l’istituto che è preziosissimo, cioè quello dello scioglimento dei comuni per infiltrazione». Lo ha detto Andrea Orlando componente parlando con i giornalisti. «Un utilizzo così evidentemente strumentale – ha poi aggiunto – rischia di togliere credibilità a tutti gli interventi che verranno e questo è un danno ancora più grande, se possibile, a quello che si sta facendo alla città di Bari e con evidenti finalità di carattere elettorale».

«Non c’è nessuno in questo momento che stia pensando a forme di decentramento e di federalismo. Noi andiamo nella direzione opposta e questo secondo me indebolisce un Paese che già ha un forte divario interno. L’autonomia differenziata – ha detto parlando del Ddl Calderoli – si capiva dall’inizio che avrebbe pregiudicato soprattutto regioni come la Calabria. Forse è importante che questo lo si riconosca, ma sarebbe stato importante anche mettere in guardia il governo all’inizio di questo percorso, che oggi è diventato una bandiera, oggetto di uno scambio che si fa sulla testa degli italiani e soprattutto degli italiani nel Mezzogiorno. Un premierato, un’elezione diretta del premier di cui nessuno sentiva il bisogno in cambio di un’autonomia differenziata che non solo è contro gli interessi del Paese, ma che, ripeto, rischia di pregiudicare soprattutto le regioni del Mezzogiorno».
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