Luigi Incarnato che in passato ha gestito la società per le risorse idriche in liquidazione esprime tutte le sue perplessità riguardo la struttura che la Regione Calabria sta costituendo per la gestione di acqua e rifiuti
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«Vorrei sottoporre all’attenzione alcune mie riflessioni sulla “Multiutility acqua e rifiuti” che la Regione sta costruendo, anche alla luce della mia esperienza pregressa nel settore idrico, per aver svolto il ruolo di commissario liquidatore della Sorical». È quanto si legge in una nota a firma di Luigi Incarnato, segretario regionale Psi e già commissario della Sorical.
«L’ho trovata con un passivo di 350 milioni e l’ho lasciata nel 2020 con un debito di 120 milioni e un attivo di cassa di 25. Avevo espresso un giudizio positivo sul tentativo di Roberto Occhiuto di mettere ordine ad un settore che aspetta da vent’anni una riforma compiuta. Guardando, però, il percorso scelto dall’amministrazione regionale, dai confronti di scarsa competenza, non si può non notare una certa confusione al punto che viene spontaneo chiedersi se è la politica o la burocrazia a guidare questo processo che si presenta complesso non solo per i ventennali ritardi della Calabria sul settore ma soprattutto per la complessità del sistema che abbiamo di fronte rispetto al quale non so fino a che punto gli attuali decisori conoscono i meccanismi fino in fondo».
«Il punto, ovviamente, non è di poco conto perché l’acqua non è un tema ideologico, è un bene primario la cui gestione diventa dirimente sulla qualità della vita dei cittadini. La prima contraddizione riguarda il fatto che la legge assegna ai comuni il compito di espletare questi servizi. La Regione invece ha deciso di trasferire questi poteri in capo alla nascente Multiutility. In questo processo i sindaci sembrano meri spettatori chiamati ad aderire, fra l’altro con una certa carenza di informazioni, a schemi approvati da altri», ha continuato Incarnato.
«C’è quindi un percorso esattamente contrario a quello che si era precedentemente costruito attraverso l’Aic (Autorità idrica Calabria) che era appunto il “parlamentino” dei sindaci – prosegue - che avrebbe dovuto governare tutte le fasi di governo del processo attraverso l’approvazione di un piano d’ambito e la scelta del soggetto gestore. Occhiuto con un colpo di spugna ha eliminato l’Aic, sollevando, come da consuetudine, un polverone, additando a presunti fallimenti dell’organo regolarmente eletto e costituendo l’Arrical, mai insediata secondo quando previsto dalla legge».
«Nelle nuove previsioni normative, invece, il soggetto gestore è stato individuato dal commissario Bruno Gualtieri attraverso una propria delibera e il direttore generale della stessa futura Multiutility verrà scelto direttamente dal presidente della giunta regionale. Sarebbe quindi interessante capire perché allora è stato messo da parte il processo di costruzione di una nuova società come Calabria Acque Spa a cui avevano già aderito diversi sindaci e non solo del cosentino per costruire ex novo un soggetto operativo che non sia gravato da problemi precedenti come il caso della Sorical», ha continuato l’ex commissario.
«Altra anomalia risiede in una formula che dire paradossale è un eufemismo ma siamo difronte ad una vera e propria incompetenza normativa e giuridica, che testimonia un’incapacità ed un’ignoranza del sistema, tale, da far saltare dalla sedia l’autorità nazionale ovvero, la Regione per il tramite dei suoi rappresentanti intima i comuni a fatturare ai propri utenti e l’incasso deve essere versato alla Sorical. Siamo su scherzi a parte – prosegue -. Altro aspetto trascurato è l’assenza del know how per svolgere alcuni dei compiti previsti dalla legge, a partire dalla capacità di riscossione per finire alla gestione del ciclo della depurazione che stranamente in questa fase mi pare sia totalmente trascurato».
«Bisogna anche capire dove troverà la forza economica di avviare questo percorso Sorical visto che negli ultimi due anni ha bloccato ogni processo di investimento pur avendo in pancia i soldi necessari, la forte esposizione del costo energetico, causa questa che già nel 2011, sotto la guida del centro destra, dove l’attuale Presidente della Regione era socio fondatore ha costretto alla messa in liquidazione la Società. I finanziamenti non sono roba da poco conto. Difatti la domanda al di là della scelta del soggetto gestore è capire con quali fondi partirà questo processo», ha affermato Incarnato.
«Ritengo sia indispensabile per i comuni avviare magari una gara per offrire al soggetto gestore un supporto tecnico di chi abbia il know how dell’intero sistema idrico integrato – continua -. Ad oggi Sorical ha know how sulla grande adduzione, ma poco o nulla sul resto. A tutto questo va aggiunto l’impedimento tecnico-giuridico rappresentato dal fatto che il fondo internazionale Fms detiene ancora il pegno sul 46% delle azioni. Se questa circostanza fosse vera ne deriverebbe che i comuni non sarebbero mai liberi nelle loro decisioni ma condizionati nel voto dai pareri della banca».
«Da voci insistenti sembrerebbe che il direttore generale di Sorical non abbia pieni poteri in quanto le deleghe di gestione sono in capo ad altri dipendenti della Sorical che in assenza del Direttore Generale esercitavano su delega dei liquidatori. Su tutte queste circostanze la Regione dovrebbe fare chiarezza anzi a mio parere dovrebbe fare un passo indietro».
«Alla luce di questo ennesimo fallimento in ordine al mancato finanziamento Pnrr che è stato gestito senza un minimo di professionalità atteso il basso punteggio tecnico attribuito, impone una riflessione ed un confronto serrato con i Comuni. Il commissario dovrebbe revocare l’affidamento a Sorical, procedere alla elezione degli organi democratici di Arrical e demandare loro la decisione della forma di gestione e la individuare del soggetto gestore capace di offrire servizi ai 404 comuni calabresi per evitare disastri e fallimenti come avvenuto in passato in Calabria e dai quali bisognerebbe trarre esperienza», spiega Incarnato.
«Dipendesse da me procederei alla liquidazione dei contratti in essere da parte di Sorical – afferma - attraverso la creazione di una bad company e, ovviamente salvaguardando le competenze e le professionalità presenti in azienda, virare verso la società pubblica che si era iniziata a costruire, una società che partirebbe da zero per realizzare un vero progetto industriale per la Calabria. Insomma ho l’impressione che si procede a colpi di iniziative legislative facendo mancare una discussione che non è solo politica e non è un braccio di ferro fra due parti».
«Era strano, e anche su questo c’è bisogno di chiarezza, che si accelerassero in tutta fretta questi delicati processi con il motivo che bisogna a tutti i costi ottenere i fondi del Pnrr. Fondi, ribadisco, non ottenuti per incapacità tecnico professionali e incapacità di individuazione di assi strategici. Mi sembra paradossale che mentre si rincorrere un investimento di 37 milioni del fondo Pnrr, Occhiuto non si accorge che va in fumo un investimento di 80 milioni di euro relativi all’ingegnerizzazione delle reti, circostanza che, assumerebbe i tratti dell’incoscienza. Un progetto innovativo che intendeva superare il gap di conoscenza degli stessi comuni sulle loro reti idriche attraverso l’informatizzazione, che garantiva anche una puntuale individuazione delle perdite e un censimento delle utenze. Il progetto era diviso in sei sotto ambiti», spiega Incarnato.
«Quello che è successo è che il Governo Occhiuto ha proceduto a mettere a gara questo finanziamento non come opera di un servizio ma come una semplice opera pubblica – continua -. Così sono state espletate sei gare diverse, con la certezza che i sei sistemi creati non riuscirebbero nemmeno a dialogare fra loro. Questo non tutela la trasparenza ed inficia l'obiettivo di creare uno strumento all’avanguardia da mettere a servizio del futuro soggetto gestore. Su questo punto mi chiedo come mai sono stati definanziati a Sorical e riassegnati alla Regione ignorando l’eccellente lavoro fatto dai tecnici di Sorical?».
«Insomma sul servizio idrico credo che dalle parti della Regione qualcuno si sia fatto prendere dalla fretta, con colpevole comportamento, causando danni e disorientamento ai Comuni. È vero che scontiamo ritardi ventennali, ma questo non ci deve impedire di pensare bene sul da farsi per il ruolo centrale che un servizio primario come l’acqua ha per i cittadini e per i riflessi economici di questo servizio», ha concluso Incarnato.