Riceviamo e pubblichiamo la lettera al direttore a firma di  Eugenio D’Audino. Ne riportiamo integralmente il contenuto

«La fusione degli enti locali è materia nota e anche in Calabria, come tutti sappiamo, alcuni comuni si sono uniti. Ultima in ordine cronologico è stata l’unione tra Corigliano e Rossano (77.076 ab.), superando Lamezia Terme (70.834) come numero di abitanti, diventando quindi, la 3° città della Regione, dopo Reggio Calabria (181.447) e Catanzaro (89.718). In questo breve articolo però, vorrei soffermarmi su Lamezia Terme, la mia città. Questo comune è stato istituito il 04.01.1968, dalla fusione (solo su carta) di Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia Lamezia. Non voglio annoiare i lettori sulla storia e su come è stato portato a compimento l’istituzione di questo nuovo ente, anche perché ci vorrebbe un articolo a parte, ma per chi volesse approfondire, su molte edizioni della rivista locale Storicittà del preparatissimo Massimo Iannicelli, troverà tutto e ben documentato. Al limite posso solo dire che la cosa è stata un po' forzata e non aggiungo altro. Il mio intento adesso, è discutere del presente e del futuro di Lamezia ma senza dimenticare il passato.

A Lamezia sono anni che si parla di fusione con la “vicina” Catanzaro oppure, ultimamente, con Vibo Valentia. Si perché, Gizzeria, Pianopoli, Nocera, Falerna, Platania, Feroleto e altri, sono troppo lontani. Quando sento questi discorsi mi rendo conto sempre di più della pochezza dei nostri cari politici, di tutti i colori. Mi domando e dico, ma se è sotto gli occhi di tutti che ancora neanche Lamezia stessa, è ben “mescolata” all’interno del suo vasto territorio, i tre ex comuni sembrano distinti e separati ancora oggi, urbanisticamente, commercialmente, etc., come si può pensare a fusioni con altre realtà? La popolazione, bene o male, è abbastanza integrata, anche se persiste una piccola percentuale che ancora storce il naso. Molti non conoscono neanche la vera storia prima della fusione e filosofeggiano dalla mattina alla sera. A parer mio, se proprio si vuole fare una fusione, bisogna quantomeno che una delle 2 realtà sia efficiente sotto tutti i punti di vista, da poter permettere almeno, alla realtà meno efficiente di guadagnarci qualcosa e/o di prendere, pian piano, le sembianze di quella più efficiente. Volendo traslare il ragionamento sul campo enologico, mescolando vino andato a male, con altro vino andato a male, non penso che otterremo vino di qualità.

 

Non voglio assolutamente offendere Catanzaro o Vibo, ma di certo, anche loro hanno un sacco di problemi e non mi pare che siano città da podio in nessuna classifica. Io personalmente, proporrei semmai, ai politici di turno, la “rifusione” dei nostri 3 ex comuni. Ovviamente la mia è una provocazione, ma fino ad un certo punto e intendo argomentarla. La città, sotto molti aspetti è invivibile, soprattutto adesso che il consiglio comunale è stato nuovamente (la terza!) sciolto per infiltrazioni mafiose. Ovviamente non ce la possiamo prendere con i commissari (anche se ad oggi di certo non stanno brillando) ma con tutti quei “personaggi” che i lametini conoscono benissimo. Parlare di fusione è a dir poco un’utopia in questo momento e non solo. La città ha mille difficoltà e problemi, anche le cose più elementari non funzionano come dovrebbero, non si ragiona a lungo termine, c’è un’ignoranza e un bigottismo spaventoso e ci permettiamo di parlare di massimi sistemi. Cose dell’altro mondo. Molte cose tra l’altro, dovrebbero essere considerate normale amministrazione e purtroppo ci stiamo abituando a considerarle eccezionali. Ma facciamo degli esempi: Viale Marconi tocca sia Sambiase che Nicastro, strutturalmente e urbanisticamente è uno scempio.

Nessun partito politico, negli ultimi anni, ha avuto la forza e la lungimiranza di progettare un bel viale che possa unificare i due grossi centri urbani, ripeto, nessuno. I 3 cimiteri hanno un sacco di problemi, soprattutto quello di Nicastro e Sambiase e non si muove foglia. La manutenzione del verde latita, non è programmata e qualitativamente lascia a desiderare. I marciapiedi sono ceduti in parecchi punti e sono impercorribili, anche per la presenza di escrementi canini grazie a cittadini a dir poco maleducati e incivili, che però si “atteggiano” con il loro cucciolo, sulle vie principali della città ma anche in periferia. Piste ciclabili con il contagocce e a macchia di leopardo. Centri storici abbandonati, tantissime strutture pubbliche e non, inagibili. Per non parlare di tanti altri edifici e luoghi turistici chiusi. Sant’Eufemia Lamezia è stracolma di cinesi e di prostitute. Ci sono frazioni montane e non solo, abbandonate e dimenticate da tutti. Pullman vecchi e sporchi, che non riescono ad essere puntuali e a volte neanche a rispettare le fermate, per non parlare dello stato comatoso delle fermate stesse. I lungomari di Ginepri e Marinella – Cafarone abbandonati nel deserto più totale o quasi. Mare pulito a giorni alterni. Aeroporto gestito alla meno peggio, le Terme di Caronte non sfruttate. Semafori spenti e pericolanti, illuminazione pubblica da lutto, disoccupazione altissima, nosocomio cittadino allo sfascio più totale, etc., etc. Purtroppo l’elenco delle cose che non vanno supera di gran lunga l’elenco delle cose che funzionano, quindi mi pare ovvio parlare delle prime. Ci sentiamo ripetere, come un mantra, che non ci sono soldi, che non ci sono progetti, che i dirigenti sono pochi, che è una città mafiosa e via dicendo. Ma allora dico io, se non si è in grado di gestire e di integrare per bene questi 3 ex comuni, figuriamoci con un’altra fusione che succederebbe. Io penso che prima dobbiamo riunificare Sambiase, Nicastro e Sant’Eufemia Lamezia e questo a prescindere da tutto. Speriamo almeno, che il Piano Strutturale Comunale (P.S.C.) non venga approvato frettolosamente dalla Commissione e con le bende agli occhi. Ovviamente anche noi cittadini dobbiamo cambiare atteggiamento, dobbiamo amare la città, viverla, rispettarla, migliorarla, iniziando anche da piccolissimi gesti di senso civico. Solo dopo aver compiuto tutto questo e aver creato davvero un’unica città, uguale, bella, funzionante, se ci dovessero essere tutti questi soldi da spendere e tutti questi progetti, tutta questa smania di ingrandirci, allora si potrà pensare a delle fusioni, ma ne dubito fortemente. Se ci dovessero essere soldi e bei progetti si devono spendere prima per Lamezia. Chi fa queste proposte scellerate, dovrebbe sapere, inoltre, che fuori Lamezia ci sono tantissimi lametini che se ne sono letteralmente “scappati“. Pensiamo a Lamezia prima e perché no, creiamo anche le condizioni affinchè possano rientrare tutti i nostri emigrati, altro che massimi sistemi, fusioni e compagnia bella. Poi, se un giorno Lamezia dovesse diventare un gioiellino di città, amministrata seriamente e con lungimiranza, allora potremmo permetterci anche di esportare il nostro modello e/o proporre fusioni e quant’altro».