Il leader del Carroccio ha stigmatizzato l’approvazione della norma calabrese che ha sollevato indignazione e sconcerto per le surreali scuse dei consiglieri regionali
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«I calabresi sono gente tosta che chiede più lavoro, strade e ferrovie sicure, ospedali efficienti e un futuro per i propri figli, non certo vitalizi ai politici».
È quanto afferma il leader della Lega Matteo Salvini, che è intervenuto per commentare quello che ormai ha assunto le dimensioni di un vero e proprio scandalo politico: l’approvazione all’unanimità di una legge regionale che consente anche ai consiglieri decaduti di accumulare il vitalizio.
La questione, come è noto, ha sollevato un polverone che ha visto tutti i partiti fare mea culpa, utilizzando anche scuse surreali, del tipo “abbiamo firmato senza leggere”. Dall’indignazione che è seguita all’approvazione, che è echeggiata anche sulla stampa nazionale, è scaturita la decisione dei consiglieri di abrogare in fretta e furia la norma. Tanto da convocare una sorta di Consiglio regionale straordinario, fissato per mercoledì 3 giugno, con un unico punto all’ordine del giorno, cioè proprio l’abrogazione della legge “incriminata”, la numero 5 del 2020.
Alla luce di quanto accaduto, le parole di Salvini sfondano una porta aperta e sembrano glissare sul fatto che la legge-scandalo portasse in calce anche la firma di tutti i capigruppo in Consiglio regionale, compreso quello della Lega, Tilde Minasi.