Il gruppo di lavoro costituito per proporre la modifica della legge elettorale regionale ha sicuramente già realizzato un piccolo record: in un mese e mezzo non si è riunito neanche una volta.

La Conferenza dei Capigruppo, presieduta da Nicola Irto, aveva scelto i consiglieri Giovanni Nucera, Sebi Romeo, Antonio Scalzo e Mimmo Tallini affidando loro il delicato compito di trovare una mediazione tra i gruppi consiliari ed arrivare ad una proposta di massima.

Incombeva l’arrivo in Aula della proposta di legge sulla doppia preferenza di genere, prima firmataria Flora Sculco, ed evidentemente l’escamotage sembrò idoneo a prendere tempo e a trovare un terreno sul quale trovare accordi incrociati.

Prima del Consiglio regionale dello scorso 15 aprile, quello che ha affossato senza pietà la legge di Flora Sculco, i gruppi avevano informalmente lavorato ad un’ipotesi di riforma complessiva della legge elettorale con tre punti fermi: la soglia di sbarramento al 4%, l’introduzione del voto disgiunto e il reinserimento della figura del consigliere supplente. Alla riforma doveva essere legata anche la doppia preferenza di genere e la modifica sul candidato governatore miglior perdente dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul caso Wanda Ferro.

Il Consiglio regionale finì senza nessun accordo e con la determinante astensione dei gruppi del centrodestra sulla legge Sculco che ne causò la bocciatura, essendo il centrosinistra privo dei numeri necessari per avere la maggioranza assoluta in Aula.

La giornata finì con l’annuncio di mobilitazioni di massa e di un immediato riavvio delle procedure per la riforma della legge elettorale regionale e per la doppia preferenza di genere.

 

Bene. Da allora nulla si è mosso. E il Consiglio regionale convocato per il prossimo 29 aprile, ad oggi ancora confermato, si occuperà di tutto tranne che di queste vicende. Ma il dato ancora più sorprendente è che neanche il gruppo di lavoro, costituito per rendere più celeri le procedure, si è mai incontrato. Neanche per stabilire un calendario o un ordine del giorno. E seppure ormai in Calabria ci si è abituati a qualunque tipo di prassi e consuetudine quando si parla di politica e Regione, stavolta ci troviamo davanti a un vero inedito. Un gruppo di lavoro ristretto che dovrebbe partorire risultati prima delle Commissioni e fare immediata sintesi, ancora non ha proceduto neanche alla prima autoconvocazione.

 

Riccardo Tripepi