Alla fine la resa dei conti nella Lega non è partita e forse non partirà mai. In Calabria era atteso per oggi il plenipotenziario di Matteo Salvini, Claudio Durigon per mettere a posto le cose che si erano fatte un po’ agitate dopo la famosa intervista di Filippo Mancuso a Repubblica, nella quale ha sentenziato che «l'Autonomia differenziata non fa gli interessi del Meridione», criticando esplicitamente la collega di partito Simona Loizzo per aver sventolato la bandiera della Calabria durante l'approvazione della riforma in aula.

Una manna dal cielo per gli oppositori interni del presidente del consiglio regionale che hanno provato in tutti i modi a chiederne l’espulsione dal partito. A quanto trapela, invece, non ci sarà nessun provvedimento. Questo per due motivi. Il primo perché sarebbe sotto certi aspetti inutile. Il buon Mancuso oramai si è blindato la sua postazione di presidente del consiglio a cui è stato riconfermato prima delle Europee e soprattutto prima della scadenza naturale. Per schiodarlo da lì, quindi, dovrebbe essere sfiduciato dal consiglio regionale. Ipotesi alquanto improbabile.

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Il secondo motivo è che lo stesso Salvini ha frenato molto sull’Autonomia differenziata. Ha portato a casa uno dei provvedimenti bandiera del Carroccio ma nello stesso tempo ha capito che la riforma non ha più la presa di un tempo, anzi rischia di allontanare elettori dal Sud. E proprio dalla circoscrizione Sud sono arrivate le maggiori soddisfazioni per il vicepremier.

Il Foglio ha pubblicato indiscrezioni sull’ultimo consiglio federale della Lega in cui Salvini ha invitato i suoi a concentrarsi su altro ovvero su un posizionamento del partito sempre più “vannacciano” ovvero a destra per approfittare della mediazione che la Meloni è costretta a rincorrere in Europa per non rimanere isolata e in Italia per il suo ruolo da premier. Sullo sfondo ci sono i risultati elettorali come dicevamo. Al Sud tutti ci hanno messo la faccia e contribuito a garantire la tenuta del partito a differenza del Nord dove i Governatori Zaia, Fontana e Fedriga si sono disimpegnati. Allora per ora non ci sono motivi per “punire” chi ha semplicemente espresso un dissenso, ma ha portato 21.628 preferenze. Discorso diverso se Mancuso deciderà di andarsene autonomamente per confluire in Forza Italia. Ma anche questo sembra improbabile visto che fra gli Azzurri gli spazi di azione politica sono molto più ridotti che nel Carroccio. Fra l’altro negli ambienti del consiglio regionale si dice che Mancuso stia interloquendo regolarmente con il gruppo quindi di avvisaglie non ce ne sono.

Messo da parte l’affaire Mancuso, resta quello della guida del partito. C’era chi leggeva le Europee come una sorta di primarie interne fra lo stesso Mancuso e la deputata cosentina Simona Loizzo per ottenere la leadership calabrese. La “contesa” è finita sostanzialmente in parità (20.356 sono stati i voti della cosentina). Allora la sensazione è che Salvini voglia mantenere questo equilibrio tanto alla fine il partito lo gestisce sempre lui attraverso appunto Durigon.

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Da qui il rinvio dell’incontro. Ufficialmente perché il senatore ha qualche linea di febbre, qualcuno dice però che vuole fermarsi un attimo per dedicarsi al privato, visto che giusto sabato scorso si è sposato con la sua compagna. Ma accanto a queste ragioni ci sono quelle politiche che abbiamo raccontato. Prima o poi Durigon verrà in Calabria ma in tanti sono pronti a scommettere che non toccherà nulla e farà restare al suo posto anche il commissario regionale Francesco Saccomanno. D’altronde il risultato in Calabria è stato in linea con quello nazionale e non era facile visto la spietata concorrenza di Forza Italia, che gestisce la Regione, e di FdI che ha il vento in poppa. Per ora l’obiettivo è un altro ovvero quello di riuscire a strappare il più possibile dall’imminente rimpasto della giunta Occhiuto. Su quello darà certamente una direttiva. Per il resto si dovrà attendere la stagione dei congressi. Ammesso che si faranno.