«Caro Matteo, caro segretario fermiamo la disfatta!». Inizia così la lettera firmata da Antonio Piserà (Tropea) e da decine di altri leghisti calabresi della prima ora che - in forte dissenso con i vertici regionali del partito - hanno scritto al leader del Carroccio, che domenica sarà in Calabria per partecipare agli Stati generali del partito.

«Fermiamo, se c’è ancora il tempo, la fuga dalla Lega in Calabria e in tutto il Sud che sembra divenire, con il passare dei mesi, inesorabile – si legge nella lettera -. Caro Matteo, dopo una lunga e meditata riflessione è giunto il momento di rompere gli indugi; di inviarti un documento doverosamente critico rispetto a quella che riteniamo una “cattiva” ed errata pratica di gestione del partito. Ciò che è poco condivisibile è il fatto che nella nostra regione in sei anni si sono avvicendati tre commissari o segretari regionali, (in pratica ciò che dovrebbe essere eccezione, da noi diventa regola), situazione che ha determinato una forte e nefasta destabilizzazione del partito nella sua declinazione territoriale».

Da qui l’attacco ai commissari, «compreso l’ultimo», Giacomo Saccomanno. «Si trasformano, convinti, forse anche in buona fede, di essere portatori di rinnovamento e cambiamento, in autentici “carnefici” e “macellai” della comunità militante, mettendo in discussione, in molti casi azzerandole, tutte le cariche territoriali mortificando e offendendo così uomini e donne che in tempi non sospetti hanno saputo tenere alta la bandiera, ci hanno messo la faccia in una realtà come la nostra dove pronunciare il solo nome della Lega ha rappresentato per gli stessi incomprensioni, pregiudizi e, perché no, anche isolamento e inimicizie personali».

Dopo aver rimproverato al Capitano di non aver mai risposto ai loro messaggi e alle richieste di intervento («silenzi mortificanti e disarmanti»), rimarcano di parlare a nome di un nutrito numero di dissidenti: «Dirigenti locali come segretari o ex segretari cittadini e membri di direttivi cittadini, ex dirigenti regionali, alcuni ex segretari provinciali, ex responsabili di area, consiglieri comunali, alcuni già candidati a sindaco nei propri Comuni». «Ma chi ti scrive o condivide questo documento, sono anche non pochi aderenti che hanno saputo dare un forte contributo in termini di militanza nei territori più sparuti e difficili della Calabria».


Infine la richiesta rivolta a Salvini: «Ti chiediamo, senza giri di parole, l’azzeramento di tutte le cariche, a partire da quelle del nuovo direttivo regionale, e di tutte le cariche territoriali poste in essere dallo stesso, in questi giorni, senza criteri selettivi e con molta estemporaneità, mortificando storicità, militanza e conoscenza, assegnando di fatto solo pennacchi anche ad alcuni personaggi che sui territori si dichiaravano solo poco tempo fa nemici giurati del nostro partito, di Salvini e dei leghisti calabresi». Azzeramento al quale, secondo i firmatari, dovrebbe fare seguito una convocazione in tempi utili, almeno due o tre mesi prima delle prossime elezioni regionali, di un Congresso regionale straordinario.

«Se tutto ciò non dovesse accadere – concludono - ci troveremmo costretti, con non poca sofferenza, per difendere la nostra dignità ed il nostro impegno tradito, a qualche forma di protesta forte (al mutismo preferiamo “l’ammutinamento”) che non escluda quella clamorosa dell’autosospensione di massa».
Poi il lungo elenco di nomi, tra cui, anche Bernardo Spadafora, Alessandro Rusciani, Paolo Maria Lamenza, Gennaro Rizzo, Gemma Attadia, Saverio Mazza, Santo Barone, Francesca Dattilo, Nicolino Spina e Nicola Adduci.